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Ariano, quattro sindaci a confronto tra amarcord e prospettive di sviluppo: dove va il Tricolle?

È stata ripercorsa un po’ tutta la storia politica amministrativa di Ariano ma soprattutto si è tentato di dare una idea di città del futuro nel convegno promosso dall’associazione “Progetto riformista la Bussola” presieduta da Roberto Cardinale che nella sua presentazione ha messo sul tavolo della discussione i problemi del Tricolle. Sul palco ex sindaci quali Domenico Covotta, Vittorio Melito, Domenico Gambacorta, e Antonio Mainiero, primo cittadino in carica che hanno risposto alle domande del giornalista Tiziano Tedeschi. 
Melito ha ricordato le criticità degli anni 90 tra soppressione della legge 219, i problemi legati alla discarica, il tentativo di effettuare la lotta all’evasione fiscale, ma soprattutto quello di mettere in moto la macchina delle opere pubbliche. Infrastrutture non ancora completate per l’ex sindaco che hanno lasciato un vuoto nella città. Melito che non pensa ad un ritorno in politica ritiene che si debba credere nel potenziamento dei servizi, da qui la lotta per il tribunale. E Melito dal palco dà una buona notizia comunicando che L’Associazione Nazionale Magistrati si è mostrata favorevole a considerare anche le sedi distaccate, oltre alla posizione della revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Ciò potrebbe far sì che il Tribunale di Ariano possa divenire una sede territoriale. 
Per Mainiero quello del palazzo di giustizia è il problema più impellente ma non l’unico. È l’idea di sviluppo che preme. Il sindaco dà la sua ricetta, lavoro costante  del suo mandato: creare una macro area in cui ariano abbia un collegamento imponente, tra cui piattaforma logistica in Valle Ufita, Tac Napoli Bari con stazione di Santa Sofia, Lioni Contursi Grottaminarda, e realizzazione infine della Manna Camporeale. Ariano per Mainiero ha delle potenzialità da sfruttare quale il settore enogastronomico con la valorizzazione dei prodotti tipici per cui si sta inserendo nelle filiere provinciali. Ma Mainiero sottolinea l’enorme difficoltà di un sindaco di oggi: il  patto di stabilità, la tenta dei conti pubblici con un comune che ha avuto tagli di trasferimenti statali a dismisura, problema che porta affanno anche nella  gestione della spesa corrente.  La ricetta di Domenico Covotta è chiara: “Lo sforzo di riunire i comuni non porta a nulla se alla base non vi è un progetto aggregante”. Secondo quest’ultimo, per poter guardare al futuro con ottimismo bisogna partire da due punti di riflessione: nuovo riassetto istituzionale e nuove infrastrutture all’avanguardia.  In tutto questo per Covotta, l’ente comunale deve affrontare la prossima sfida organizzativa che passa con la soppressione delle province. Strutture superflue secondo l’ex coordina otre della Margherita ma che ci pongono nella posizione di poter essere promotori di un’iniziativa per indicare gli attuali ruoli e le funzioni dei comuni”.  Il secondo aspetto da affrontare per Covotta è “creare nuove potenzialità con un sistema d’infrastrutture all’avanguardia, partendo dalla Manna –Tre Torri e la Grottaminarda – Termoli. Una soluzione per uscire dall’isolamento. E da addetto ai lavori pensa alla sanità, alla necessità di promuovere maggiore raccordo tra consiglieri e sindaci. Riflessioni prettamente politiche e non prive di qualche nota critica quelle di Domenico Gambacorta. Di impatto forte sul pubblico le valutazioni dei consigli comunali secondo cui quelli degli anni 85 /90 e del 2004 superano gli altri per qualità per. Pronta e servita la frecciatina per Mainiero: nelel crisi amministrative ci vuole qualcuno che mostri uno scatto di reni o tale situazione incomberà su ogni cosa, si deve proporre un patto fra categorie produttive e con i giovami altrimenti precipita». La ricetta per il futuro di Ariano è nella politica concreta, rivalutare il centro storico, il commercio, dare spazio ai giovani con luoghi di aggregazione professionale e sociale, dove si possono sperimentare lavori di alta quailità informatica. Una soluzione reale per l’assessore provinciale perché dei progetti faraonici se ne parla da più di 50 anni. Tutti  buoni per l’assessore all’ambiente ma bisogna ripartire dal reale per arrivare a dare una immagine ampia della città. Insomma un convegno proficuo quello promosso da La Bussola.

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