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Gas e acqua, sciopero generale per il mancato rinnovo dei contratti

femca cisl acqua

A oltre dieci mesi dalla presentazione della piattaforma sindacale, a cinque mesi dalla scadenza del contratto nazionale di lavoro per gli oltre 50.000 dipendenti delle 600 aziende del settore gas-acqua, non si intravvede ancora alcun spiraglio di apertura. "La trattativa iniziata nel settembre 2012 - riferiscono i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil che da quasi un mese hanno interrotto il confronto - non ha prodotto alcun avanzamento per esclusiva responsabilità delle associazioni imprenditoriali del settore (Confindustria Energia, Anigas, Anfida, Assogas, Federestrattiva, Federutility-Confservizi, n.d.r.) nè lascia presumere che si possa raggiungere rapidamente una positiva conclusione del negoziato". Inevitabile lo sciopero delle prestazioni straordinarie dal 18 maggio al 18 giugno e due ore di sciopero generale proclamate per lunedì 20 maggio. Previste ulteriori  14 ore di sciopero, di cui 6 articolate – fanno sapere i sindacati – a livello territoriale, e uno sciopero generale di 8 ore per la fine di giugno se le controparti non consentissero la ripresa e la conclusione del rinnovo del contratto 2013-2015. Una vera e propria doccia fredda è arrivata quando i sindacati si sono visti presentare dalle associazioni imprenditoriali del settore una serie di richieste, per loro irrinunciabili, che avrebbero stravolto la piattaforma rivendicativa di Filctem, Femca, Uiltec presentata fin dal luglio 2012. In buona sostanza – proseguono i sindacati – le aziende pretendono di superare gli scatti di anzianità, senza alcuna contropartita; riconoscere aumenti del tutto irrisori, le cui quantità non recupererebbero nemmeno  gli effetti inflattivi, oltre a penalizzare i lavoratori del settore idrico; penalizzare la reperibilità; di estendere la flessibilità degli orari, superando la contrattazione locale; congelare l'indennità di turno. Insomma “Una situazione inaccettabile, aggiunge Gabriele Valeri, segretario nazionale della Filctem-Cgil. Come se non bastasse - spiega il segretario – ci chiedono di destinare a livello aziendale una parte rilevante degli eventuali aumenti economici derivanti dal contratto nazionale, per finanziare l'adeguamento dei premi di partecipazione, la cui erogazione è peraltro messa in discussione – nelle aziende “in house” - dalle leggi di stabilità 2011 e 2012”. Di più, rincara la dose Valeri, non intendono nemmeno rispettare gli impegni sottoscritti nel precedente rinnovo del 2010 circa l'aumento di ulteriori 8 euro – dall'ottobre 2012 -  da destinare a “Pegaso”, il fondo di previdenza integrativa del settore”.

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