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Irregolarità nei contratti, multa al Consorzio A1: coinvolti 29 comuni

E proprio in riferimento alla nuova grana per le casse comunali del Tricolle, si apprende che la multa riguarda i 29 comuni dell’ambito. Un milione e trecento mila euro a cui si aggiungono due vertenze per il riconoscimento di una qualifica superiore del valore di 70 mila euro. In attesa sentenze analoghe per altri 14 operatori. Un cataclisma che investe in pieno il Consorzio Sociale Ambito A1.

pippo consorzio

Irregolarità nei contratti stipulati con gli operatori sociali nel 2011 e andando a ritroso nel tempo. L’indagine dell’Ispettorato del Lavoro prende il via da alcuni accertamenti su una cooperativa sociale operante per lo più sull’Antenna di Grottaminarda, ma i controlli si ampliano fino a riscontrare delle irregolarità previdenziali e contrattuali. Si tratta dunque di contributi non versati e differenze di stipendio che ammontano ad un milione e 300 mila euro notificato alla direzione consortile e al comune capofila di Ariano, ma è una spada di Damocle che pende sui tutti i 29 comuni. Al momento, nel verbale si fa riferimento a 16 operatori del piano di zona sociale che hanno chiesto le differenze sugli importi dello stipendio da co.co.co a quello di lavoratori subordinati. L’ultimo controllo dell’Ispettorato del lavoro risale a maggio del 2012, ma le verifiche sono state effettuate anche nell’arco dei due anni precedenti. A ciò si aggiungono altre due vertenze vinte dinanzi al Giudice del Lavoro per il riconoscimento della qualifica superiore rispetto a quella di semplice operatore. Risarcimento pari a 70 mila euro, mentre si è in attesa di altre 14 sentenze che potrebbe chiamare anche altre. Insomma, una situazione che destabilizza ulteriormente il già precario equilibrio dell’ente consortile, e pone molti punti interrogativi sulle possibilità economiche dei singoli comuni che dovranno versare la loro quota parte. Sulla vicenda incalza il sindacato: «Amministratori e Consorzio sono stati sordi di fronte le nostre continue sollecitazioni – dichiara Ornella Petillo dell’Ugl –. Abbiamo tentato di scongiurare questo ulteriore debito che dovranno accollarsi i sindaci, cercando nel contempo di salvaguardare il territorio e i lavoratori. Gli amministratori hanno invece dimostrato che non sono in grado di proteggere proprio nessuno». La questione è ancora in attesa di ulteriori approfondimenti, non si esclude che il sistema possa subire altri scossoni a febbraio in concomitanza della scadenza dei contratti a tempo determinato.

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