Risale ad almeno tre anni fa lo studio della commissione cittadina per la toponomastic, da allora se ne sono perse le tracce. Eppure tali lavori risalgono a prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione comunale.
La proposta di modificare i nominativi di alcune strade e piazze, di valorizzare nuovi personaggi storici e politici locali e soprattutto di rimettere ordine in un settore così importante, giace sicuramente in un cassetto della giunta. Negli ultimi anni c’è stata solo una intitolazione di una piazza, al Calvario, al compianto senatore Enea Franza e il cambiamento di strada a Ireneo Vinciguerra a Rione Martiri. Poi nulla più. Eppure i problemi sono rimasti gli stessi; anzi si sono aggravati. Con la crescita a dismisura della città e delle realtà periferiche, diventa sempre più difficile districarsi per raggiungere un cittadino, un ufficio o un recapito qualsiasi. Lo sostengono i messi notificatori del Tribunale, i dirigenti delle Poste, delle banche e di altri uffici sopracomunali. Non solo perché mancano i nomi alle strade, ma anche perché le denominazioni, in molti casi, sono prive di tabelle e numerazione civica. Insomma, un vero guazzabuglio. Basta fare un giro tra i quartieri periferici per capire l’entità del fenomeno. Sfugge anche ai residenti la denominazione delle varie arterie interne. Piano di Zona viene chiamato così genericamente per una vasta utenza. Via Cardito non si sa da dove comincia e dove finisce. L’argomento toponomastica, in realtà, è stato sollecitato da qualche consigliere comunale, ma finora la massima assise non si è pronunciata, sembrerebbe che tale argomento non susciti interesse, eppure la città necessita di essere ben disciplinata anche in questo comparto. Bisognerebbe riprendere in mano lo studio della commissione per la toponomastica e avviare le necessarie modifiche. Non ci vuole davvero molto per avviare questo processo.
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