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Montoro: vasche di laminazione, il Commissario appoggia l'amministrazione. Carratù soddisfatto

Carratù Montoro

"Sono molto soddisfatto che il Commissario prefettizio Pino Bruno abbia condiviso la linea dell’Amministrazione Comunale uscente estendendo, in nome del Comune unico di Montoro, l’incarico legale al fine di impugnare la Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla realizzazione delle vasche di laminazione - comunica il sindaco Carratù -.
L’Amministrazione fin da subito ha intrapreso ogni strada utile per contrastare le azioni messe in campo dalla Regione e dal suo braccio operativo, ARCADIS, relativamente al “Grande Progetto di Completamento della riqualificazione e recupero del fiume Sarno”, progetto in cui la “riqualificazione” ed il “recupero” restano solo degli astratti sostantivi. 
Con il recupero si sarebbero dovuti prevedere interventi di pulizia dell’alveo del torrente, il risanamento degli argini ed interventi tecnici che permettessero di restituire al fiume porzioni di territorio da destinare alla sua naturale evoluzione geomorfologica e in modo che esse potessero tornare a svolgere le loro funzioni di laminazione delle piene, oramai sempre meno frequenti.Con la riqualificazione, invece, ci saremmo aspettati che da “Solofra a Mercato San Severino” fossero stati previsti interventi di realizzazione di percorsi attrezzati, di imboschimento, di zone di osservazione della flora e della fauna, azioni che avrebbero fatto di un torrente, maltrattato per anni, un presidio per il miglioramento della qualità della vita del nostro comprensorio.
Basta dare una lettura alla relazione della Commissione Parlamentare d’inchiesta del Senato sulle cause dell’inquinamento del fiume Sarno, i cui lavori si sono conclusi nel 2005 - continua la nota - per comprendere che “il piano stralcio di bacino”, predisposto in varie fasi temporali per delimitare le aree a rischio, comprendesse anche quello relativo all’assetto idraulico del Sarno, evidenziando che, all’epoca, la portata del Sarno risultava di gran lunga superiore a quella che l’alveo poteva contenere tant’è che già nel piano approvato nel 2002 si prevedeva la realizzazione di opere di invaso che non sono stare mai realizzate nel corso degli anni per mancanza di disponibilità finanziarie.
Oggi la Regione Campania vuole dimostrare di essere capace di spendere le risorse comunitarie con la realizzazione delle “vasche di laminazione” che non porteranno assolutamente a ridurre il rischio delle aree a forte pericolosità idraulica con gravi pregiudizi ambientali per intere comunità.
In questo scenario gli inspiegabili ritardi nell’attuazione degli interventi di risanamento del territorio hanno determinato anche una regressione delle attività di risanamento idrogeologico già realizzate ed un ulteriore decadimento del quadro ambientale, già gravemente compromesso anche in riferimento alla disponibilità di risorse idriche, protagoniste, queste ultime, delle ben note vicende verificatisi sul territorio montorese - solofrano.
Bene fece l’amministrazione comunale di Montoro Inferiore anche in sede di tavolo di concertazione del distretto industriale a rinunciare ad un finanziamento di per insediare un cogeneratore nella zona di Chiusa che sarebbe divenuto un vero e proprio inceneritore di scarti industriali.
Salvaguardare l’ambiente è e resta il nostro obiettivo principale: da qui la soddisfazione di aver ricevuto consenso da parte del Commissario Prefettizio nel proseguire la vertenza contro la Regione Campania a difesa del Nostro Territorio.
In questi giorni saranno depositati, presso il TAR Napoli, i motivi aggiunti per continuare la battaglia intrapresa dall’Amministrazione Carratù e contrastare le scelte operate da altri con un progetto calato dall’alto contro la comunità di Montoro", conclude il sindaco

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