La nota del gruppo consiliare del Pd
«La dottoressa Nargi è evidentemente nervosa, perde il controllo ogni qualvolta le vengono poste domande a cui, altrettanto evidentemente, non può rispondere. E nel perdere il controllo straparla». Questo l’incipit della nota stampa sottoscritta dai componenti del gruppo consiliare del Pd al Comune di Avellino, in risposta alle dichiarazioni rese dall’ex vice sindaco di Festa, oggi candidata alla fascia tricolore, che nel replicare al candidato del centrosinistra, Antonio Gengaro, aveva duramente attaccato via Tagliamento.
«Ci tocca dunque ricordarLe - continuano i consiglieri - che riguardo alle indagini relative ad Alto Calore Servizi tra i principali indagati c’è Gerardo Santoli, amico e socio dell’ex sindaco Festa, tra l’altro nominato Presidente del Cda di Grande S.r.l.. E proprio in quel Consiglio di Amministrazione siede la dottoressa Iannaccone, assessore della giunta Giordano al Comune di Monteforte, sfegatata ultras dell’ex sindaco ieri e della dottoressa Nargi oggi».
Di qui l’attacco frontale: «Tanto premesso, il Partito democratico non ha mai espresso ad Avellino un Sindaco al quale sono stati contestati reati di tentata induzione indebita, corruzione per l’esercizio della funzione, rilevazione di segreto d’ufficio aggravata, falso in atto pubblico e depistaggio. Né ha mai avuto, il Partito Democratico, la sfrontatezza di presentare alla città un candidato sindaco indagato per i reati di associazione a delinquere (416 cp), turbata libertà degli incanti (353 C.p.) e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente (353 bis c.p.) pienamente inserita in un sistema finalizzato alla commissione di reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e contro il patrimonio.
La Nargi può far finta di non capire finché vuole, la può buttare in caciara chiamando in causa il garantismo, facendo la vittima. Tutt’al più può scaricare ogni responsabilità sui dirigenti e i funzionari. Può fare quel che vuole ma restano quelle tre maledette domande a cui proprio non può rispondere, restano le parole che Nargi proprio non riesce a dire: una parola sulla circostanza per la quale l’ex sindaco Festa ha rimosso e fatto sparire un pc dalla sua stanza dopo aver tentato di bonificarla. Una parola sui due concorsi truccati. Una parola sul fatto che per almeno due anni non sono state pubblicate delibere e determine».
Dunque la chiosa finale: «Fatti che tali restano e dai quali Nargi non può scappare rinviando ogni risposta alla verità processuale di cui ai cittadini avellinesi non può interessare nulla. Perché quei fatti tali sono e tali restano e accadevano mentre Lei era vicesindaco con delega al Patrimonio (al Personale ndr), all’Annona, alle attività produttive. Per il resto siamo d’accordo, l’inchiesta Dolce Vita è solo all’inizio, siamo solo nella fase delle indagini, le quali avranno sicuramente una conclusione e poi un processo. Processo nel quale la Nargi ci dovrà chiarire, nell’eventualità che dovesse essere eletta Sindaco di Avellino, eventualità che escludiamo, se si costituirà parte civile per reati per i quali lei stessa è a processo».
La replica di Nargi
La candidata a sindaco di “Siamo Avellino”, “Davvero” e “Viva la Libertà” risponde all’ennesimo scomposto attacco democrat: Avellino, 13 giugno 2024 - «Come volevasi dimostrare. Il Pd dei disastri amministrativi che hanno connotato negativamente gli ultimi 20 anni della storia della nostra provincia non riesce proprio a parlare di politica e di corretta gestione amministrativa. Consapevole dei propri fallimenti, continua a sviare la discussione sul terreno improvvido di un giustizialismo ipocrita».Comincia così la nota con la quale la candidata a sindaco della coalizione civica composta da “Siamo Avellino”, “Davvero” e “Viva la Libertà”, Laura Nargi, replica all’ennesimo attacco scomposto firmato, questa volta, da un non meglio precisato “gruppo del Pd”. «Speravo di aver già chiarito nel corso delle innumerevoli interviste rese sul tema delle indagini che riguardano il Comune di Avellino e dopo l’ultima e sgradevole invettiva rivoltami dal candidato a sindaco del centrosinistra, Antonio Gengaro, - dichiara Nargi - che i processi si fanno nelle aule giudiziarie e che noi siamo profondamente rispettosi delle indagini che legittimamente la magistratura sta conducendo. Ciò premesso, ritenendo doveroso parlare ai cittadini di temi e proposte per la Avellino del futuro – aggiunge Nargi – proprio rispetto al tema della corretta gestione della cosa pubblica, ho citato gli esempi negativi rappresentati dai 200 milioni di debiti contratti dall’Alto Calore a guida Pd, dal disastro Asidep registrato ancora sotto la gestione democrat e dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Monteforte, ugualmente guidato da un sindaco del Partito democratico».«Ma è scattato il solito refrain. – continua Nargi - Non potendo confutare tali esempi concreti di mala gestio, il non meglio precisato gruppo del Pd ha tirato in ballo ancora una volta una questione giudiziaria. Inerente, questa volta, l’Alto Calore. Ma in questo modo – incalza Nargi -, ha realizzato due capolavori in un colpo solo: da una parte, ci ha dato ragione, confermando l’ossessione per le inchieste ed il vuoto della proposta politica; dall’altra, ha dimenticato ciò che noi, per garantismo e garbo istituzionale, avevamo omesso nel precedente comunicato. Cioè che quell’inchiesta riguarda anche e soprattutto l’ex presidente di Alto Calore, iscritto proprio al Pd. Che dire, chapeau».«E’ nelle battute finali – prosegue Laura Nargi - che gli ineffabili consiglieri democrat hanno dato il meglio. Spingendosi a sostenere che “della verità processuale agli avellinesi non può interessare nulla”. Un’affermazione tanto grave quanto lunare – stigmatizza Nargi – che sintetizza al meglio il grado di miopia e livore a cui taluni sono arrivati, ma soprattutto l’assenza totale di una cultura garantista e finanche del minimo rispetto per l’importanza sociale del lavoro dei giudici. Gli avellinesi non meritano tanta barbarie. Ma ancora una volta saranno i loro a giudicare».Del resto – incalza la candidata a sindaco di “Siamo Avellino”, “Davvero” e “Viva la Libertà” - che il sedicente gruppo del Pd non fosse in piena forma l’avevamo notato sin dalle battute inziali del comunicato, anche rispetto allo stile sgrammaticato e ad alcune sviste abbastanza clamorose. Almeno per dei consiglieri comunali tanto esperti dell’amministrazione cittadina e del Comune. A questi profondi conoscitori di Avellino, campioni della buona amministrazione e del giustizialismo a giorni e politici alterni, mi preme ricordare che, nella precedente consiliatura, ho ricoperto la carica di vicesindaco con delega alle Attività Produttive, al Personale, al Commercio ed al Turismo. Mai al Patrimonio, come erroneamente scrivono. Ma forse chiedere al gruppo del Pd un minimo di competenza amministrativa è davvero troppo. Ciò chiarito – conclude – noi continueremo a parlare del nostro programma e di politica, lasciando a loro il fango e le strumentalizzazioni giudiziarie».
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