Sventola la bandiera di Libera sulla Villa dei Graziano a Quindici. Sventola la bandiera della legalità dopo anni omertà e sottomissione di un territorio depredato dall’avidità di clan famelici e criminali. Resta scolpita nella mente quella domenica di sangue del 26 maggio 2002, a Lauro, pochi chilometri da Quindici, quando le donne dei clan in guerra, Cava e Graziano, si affrontarono a colpi di pistola, acido e martellate. Sul selciato tre vittime, compresa una 16enne. Seguirono gli anni della repressione, degli arresti, della decapitazione dei clan. Tra il 2008 e il 2010 i capi storici finirono nelle patrie galere. Su quel territorio il vento della legalità ora torna a soffiare. Sotto la bandiera di libera c’è una villa confiscata ai Graziano. Una villa bunker con tanto di porte blindate, misure di sicurezza e passaggio segreto per scappare, all’occorrenza, senza dare nell’occhio. Una villa che presto diventerà un maglificio gestito dai ragazzi dell’associazione che si batte contro le mafie fondata da Don Luigi Ciotti. Emblematico ed evocativo il nome scelto ‘’Maglificio cento e quindici passi’’, nel ricordo di Peppino Impastano che nella Sicilia profonda, era la fine degli anni settanta, pagava con la vita la lotta contro la mafia che si era insinuata nella sua stessa famiglia. La buona notizia è arrivata con il Natale. La cooperativa sociale “Oasiproject” è risultata tra i soggetti vincitori del Bando 2013 per la “Valorizzazione e Autosostenibilità dei Beni Confiscati alle Mafie”, lanciato dalla Fondazione “Con il Sud”. La Fondazione ha assegnato ad “Oasiproject” i fondi necessari alla realizzazione dell’opera in quello che un tempo era il quartier generale del clan Graziano. Il progetto, unico in Italia nel suo genere, impiegherà 10 persone. Si spera che sia solo l’inizio di una nuova stagione dove possano prevalere i valori della legalità su quelli della sopraffazione e dell’ordine imposto a colpi di rivoltella
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