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Cronaca

Carcere di Bellizzi, ore di tensione: rientrata la protesta

Manifestazione collettiva di protesta di circa 50 detenuti all’interno di un reparto. Applicato il protocollo operativo, sotto il coordinamento del Prefetto e del Questore di Avellino, con cinturazione dell’area esterna del carcere per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Protesta rientrata alle ore 15,45 circa.

Un intero Reparto detentivo, quello dei “comuni” – ala A e B -, sotto il pieno controllo dei detenuti, che si stanno organizzando con olio bollente ed altro materiale atto ad offendere e pronto ad essere usato contro il personale di Polizia Penitenziaria. E, in tempo reale, quanto sta avvenendo nel carcere di Avellino. 
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, denuncia che “da mesi, settimane, giorni denunciamo che il carcere è da tempo fuori controllo, e il SAPPE proprio ieri era tornato a chiedere ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria l’assegnazione urgente e straordinaria di un contingente del Gruppo Operativo Mobile (GOM) della Polizia Penitenziaria per fronteggiare le criticità operative del Reparto irpino, denunciate dal Sindacato in più occasioni e testimoniate anche dalla crescita esponenziale degli eventi critici tra le sbarre”.
“Il tempo delle chiacchiere è finito e questa è la pericolosissima situazione che stanno vivendo i colleghi nel carcere di Avellino”, aggiunge. L’appello del SAPPE al Ministro della Giustizia Nordio ed al Capo del DAP Russo è “assumere con urgenza provvedimenti straordinari per fronteggiare la situazione in atto e dare concreto supporto del personale della Casa circondariale. Ministero della Giustizia e DAP raccolgano i reiterati appelli del SAPPE ad incrementare l’organico del carcere per meglio organizzare l’operatività del personale. Si dia concretamente da fare per predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari. La richiesta di inviare a Avellino personale del GOM va in questa direzione”.

FP CGIL Polizia Penitenziaria - Carcere di Avellino, rivolta di circa 50 detenuti in corso, intervento di Carabinieri e Polizia di Stato in tenuta antisommossa, due della Polizia Penitenziaria in ospedale

“Una rivolta di circa 50 detenuti è in corso nel carcere di Avellino. Hanno preso il controllo di tutto il Reparto situato al primo piano lato destro. Due Agenti della Polizia Penitenziaria sono rimasti feriti ed accompagnati in ospedale. Sul Posto stanno intervenendo Carabinieri e Polizia di Stato in tenuta antisommossa provenienti da Napoli. Gli eventi sono ancora in corso”. 

Lo riferisce Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria: “Sembra che la scintilla che abbia scatenato i detenuti sia la contestazione da parte degli Agenti di Polizia Penitenziaria di alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti che nei giorni scorsi hanno aggredito il personale penitenziario e danneggiato alcune celle e l’infermeria. L’ultimo evento proprio ieri quando un detenuto ha tenuto in ostaggio il dirigente medico in servizio nel penitenziario mentre un altro feriva due Poliziotti in un’altra ala del carcere”.

Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Denunciamo l’inerzia del Ministro e del Capo DAP dei quali, per altro non abbiamo notizia delle loro iniziative praticamente da quando si sono insediati se non un discorso di Giovanni Russo sui propositi che intendeva realizzare. Ci auguriamo che la rivolta rientri al più presto senza alcun altro ferito”.

Di Giacomo (S.PP.) - Ad Avellino “rivolta annunciata”

È una “rivolta annunciata” quella in atto nel carcere di Avellino con le prime e sempre più allarmanti notizie diffuse in queste ore dai siti di informazione web. È l’epilogo di una situazione che proprio oggi, commentando le due aggressioni in contemporanea, abbiamo definito fuori controllo. Così Aldo Di Giacomo, segretario S.PP., per il quale come accade sempre in queste circostanze solo adesso si corre ai ripari con l’intervento necessario a reprimere la rivolta. C’erano già troppi segnali – continua – che andavano intercettati per prevenire questa ennesima azione di violenza dei detenuti. Invece è bastata una scintilla per scatenare la “prova di forza” di una popolazione carceraria che da troppo tempo ha manifestato atteggiamenti non solo di aggressione ma di sfida quotidiana agli agenti che, soprattutto a causa della normativa sul reato di tortura, hanno poche possibilità di difesa e di reazione. Ci preoccupa – afferma Di Giacomo – il segnale lanciato dalla rivolta di Avellino agli appartenenti a clan di camorra, mafia, ‘ndrangheta e di criminalità organizzata richiusi nei penitenziari del Paese. Non dimentichiamo la tragica stagione della primavera 2020 quando bastò appunto una scintilla per scatenare rivolte a catena in una sessantina di carceri. Bisogna rafforzare la vigilanza ed assicurare che le carceri non cadano nelle mani di quanti continuano a comandare dalle celle dentro e fuori. Siamo, inoltre, in attesa di come si traduca in fatti l’annuncio dell’Amministrazione Penitenziaria della dotazione di nuovi strumenti e mezzi al personale e sulla sperimentazione delle nuove armi individuali e di reparto.

Carcere. Ricciardi, Nordio riferisca su gravi fatti carcere Avellino. “Nordio venga immediatamente a riferire alla Camera sui fatti di Avellino. Almeno 50 detenuti hanno protestato in modo violento, distruggendo mobili e suppellettili, e le forze dell'ordine hanno circondato l'istituto di pena in via Sant'Oronzo. Si sono registrati momenti di tensione già da ieri sera. Due agenti, secondo quanto si apprende, sarebbero stati feriti e sono stati accompagnati in ospedale. Mi pare evidente che il Ministro debba spiegazioni su ciò che è accaduto nel carcere di Avellino. Un fatto grave”. Così Toni Ricciardi, deputato irpino del Pd

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