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Cronaca

Dal Vallo Lauro all'arianese, la camorra c'è. Lo dice l'Antimafia

Cambia pelle, forme organizzative, si evolve, ma non muore. La camorra è viva e vegeta, anche in Irpinia, nonostante arresti, indagini e  attività di repressione.

La conferma arriva dal consueto rapporto semestrale della Dia sulla criminalità organizzata in Campania. Tra le organizzazioni che vanno consolidandosi, la Direzione Investigativa Antimafia registra -come riferisce ''Il Mattino'' - il cosiddetto ''Nuovo Ordine di Zona'', attivo sui territori del baianese e già segnalato dal Pubblico Ministero della Dda Fracesco Soviero.

Il gruppo si compone di vecchie leve del Vallo di Lauro e nuovi affiliati con l'obiettivo di infiltrarsi sia nel tessuto imprenditoriale che amministrativo. Alla malavita fa gola la pioggia di fondi europei destinati a quel pezzo d'Irpinia.

Il rapporto della Dia accende i riflettori anche su altri territori della provincia di Avellino: la Valle Caudina, il montorese-solofrano, l'Alta Irpinia e l'arianese (''che sembrano maggiormente risentire della pressione della camorra'')Nel contempo conferma la presenza di organizzazioni storiche e strutturate come i Cava e i Graziano a Quindici e il clan Pagnozzi attivo tra Irpinia e Sannio.

Alla luce del quadro disegnato dalla Dia, la retorica dell'Irpinia isola felice non regge più, ormai da un pezzo. L'entroterra campano, province minori come Avellino e Benevento, sono tutt'altro che estrane agli interessi della malavità organizzata.

L'attenzione degli inquirenti è alta. Solo qualche giorno fa dal capoluogo il Pm Soviero, così come il Vice Capo della Polizia Piantedosi e il Procuratore Cantelmo lanciavano l'allarme di possibili infiltrazioni in vista della grande mole di fondi europei in arrivo nei prossimi anni.

In riferimento alla provincia di Avellino nel rapporto della Dia si legge (qui per la versione integrale):

''Le aree del territorio provinciale che sembrano maggiormente risentire della pressione della camorra sono il Vallo di Lauro, il Baianese, la Valle Caudina, l’Alta Irpinia, il comprensorio Montorese-Solofrano e la zona di Ariano.Si confermano, quali gruppi più strutturati, i clan CAVA e GRAZIANO di Quindici e quello dei PAGNOZZI, sodalizio che, come evidenziato nel paragrafo precedente, sarebbe attivo anche su parte del territorio di Benevento e sulla provincia di Caserta, oltre ad estendere i propri interessi economici a Roma.Il traffico di stupefacenti e le estorsioni rappresentano anche per i gruppi locali le primarie fonti di finanziamento. Da segnalare, ancora, come lo stato di detenzione di alcuni esponenti di rilievo della famiglia CAVA abbia inciso sugli equilibri interni dell’organizzazione. Ciononostante, i CAVA continuerebbero ad esercitare il controllo sulle attività criminali di Avellino, mantenendo forti interessi nell’agro nolano e vesuviano (comuni di San Vitaliano, Scisciano, Cicciano, Roccarainola, Cimitile, Carbonara di Nola e Saviano), area dove sarebbe operativo, attraverso una propag- gine, il clan SANGERMANO, retto dai nipoti del capostipite dei CAVA. Il contrapposto gruppo GRAZIANO, oltre ad operare nel Vallo di Lauro, è presente anche nell’agro nocerino-sarnese, e può contare sulla guida di affiliati di spessore, presenti sul territorio''.

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