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Cronaca

Ordigni, spari e Tribunale blindato: Avellino nella morsa del crimine

Avellino nella morsa della criminalità organizzata. Nella stesse ore dell'ordigno contro l'auto di Sergio Galluccio - imprenditore attivo nel settore della ristorazione - nel mirino sono finite altre 5 vetture, tutte crivellate di colpi. Bersagliate le macchine di alcuni familiari di Damiano Genovese, l'ex consigliere comunale  poi arrestato per detenzione di arma da fuoco e ricettazione. Ed è probabile che la perquisizione in casa di Genovese sia scattata proprio per fare luce su quegli spari. Gli investigatori non escludono collegamenti tra i due episodi. Potrebbe essersi trattato di un'intimidazione da parte della stessa organizzazione. I proprietari delle auto crivellate non hanno presentato denuncia. Scomparsi i bossoli.

Intanto ieri Genovese è stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia. Ai magistrati ha detto che la pistola nascosta nell'armadio, non dichiarata e risultatra rubata, era per difendere la sua famiglia. Nelle prossime ora si deciderà sulla sua scarcerazione. Genovese - figlio di Amedeo, boss in carcere per scontare due ergastoli - è incensuratoUna vicenda complessa e ancora con tanti lati oscuri che però desta allarme nel capoluogo. Fratelli d'Italia ha chiesto un Consiglio monotematico sulla vicenda. In campo anche il sindaco Festa che ha promesso guardia alta e si è detto fiducioso dell'operato di magistratura e forze dell'ordine.

Come se non bastasse, ad alimentare la tensione, questa mattina Avellino si è svegliata con il Tribunale  letteralmente blindato per via dell'allarme bomba lanciato da ignoti sabato scorso. In un biglietto trovato in un bar, firmato Gruppo Unitario Rivoluzionario, si annunciava che oggi, 25 settembre, l'ordigno sarebbe esploso. Ma le forze dell'ordine, a lavoro da giorni, non hanno rinvenuto nessuna bomba. E neanche oggetti sospetti.  Probabilmente si è trattato solo di un mitomane interessato a far slittare qualche udienza. In ogni caso per precauzione e sicurezza, questa mattina il palazzo di Giustizia era super controllato e monitorato.

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