Il giorno dopo l’inchiesta della Corte dei Conti, l’Air prova a fare chiarezza sulla vicenda che la vede al centro di polemiche e, soprattutto, dell’indagine della magistratura contabile.
Secondo l’inchiesta, la sponsorizzazione della scandone, dal 2003 al 2011, ha causato un danno erariale pari a 2milioni e 700mila euro.
Cinque le persone coinvolte: Emilio Colarusso, Rosetta D’Amelio, Guglielmo Allodi, Angelo D’Amelio e Dino Preziosi. Si tratta di dirigenti che si sono avvicendati ai vertici dell’azienda pubblica regionale e che oggi si vedono sotto sequestro beni e disponibilità finanziarie.
Dino Preziosi, attuale direttore generale, si dice convinto che tutto è stato fatto secondo le leggi e che anzi l’Air ha avuto benefici da quella sponsorizzazione.
Tra gli ex amministratori nel ciclone è finita anche Rosetta D’Amelio, che in linea con Preziosi, difende l’operato dell’azienda e dichiara piena fiducia nella magistratura.
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