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Cultura

Restituti al comune di Ariano libri e documenti di valore trafugati dalla Biblioteca e dal Museo

260 i volumi antichi recuperati, provenienti dalla Biblioteca Mancini; oltre 21 reperti marmorei della diocesi; più di 300 pagine smembrate da libri antichi : un grande patrimonio storico trafugato dal Museo civico, dal Museo Diocesano e dalla Biblioteca comunale “Mancini” di Ariano Irpino, viene restituito alla città  e affidato al sindaco Franza e al Vescovo Melillo.

Un consistente patrimonio storico culturale è stato restituito alla comunità di Ariano Irpino, attraverso un provvedimento di affidamento in giudiziale custodia, con facoltà d’uso, adottato all’esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, diretta dal Dott. Aldo Policastro, e condotte dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, al comando del Generale di Brigata Roberto Riccardi. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa presso la sala conferenze del Museo civico e della ceramica di Ariano Irpino, alla presenza del Vescovo della locale Diocesi, S.E.R. Mons. Sergio Melillo e del Sindaco di Ariano, dott. Enrico Franza, destinatari dei provvedimenti di affidamento. I beni, infatti, sono costituiti da volumi antichi, documenti archivistici, reperti archeologici e beni ecclesiastici, trafugati dalla Biblioteca comunale Pasquale Stanislao Mancini, dal Museo civico e della ceramica di Ariano Irpino e dal locale Museo Diocesano. Più nel dettaglio, si tratta di oltre 250 volumi di epoca compresa tra il XVI e il XX sec., trafugati dalla Biblioteca Mancini e dal Museo Civico di Ariano Irpino, oltre 300 pagine spurie strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca, alcuni documenti archivistici e frammenti archeologici trafugati dal Museo civico e della ceramica, ove erano depositati a seguito delle campagne di scavo nella zona del Castello Normanno condotte dall’Università di Napoli negli anni ’80 e ’90. Ed ancora, 3 volumi antichi, di epoca compresa tra il XVI e il XVIII secolo e 3 documenti archivistici provenienti dalla biblioteca e dall’archivio della Diocesi di Ariano Irpino – Lacedonia, 21 beni storico-artistici di natura ecclesiastica, tra cui elementi marmorei, reliquie, ornamenti sacri, trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino tra il 2005 e il 2018.

Le indagini sono state avviate nel 2017, quando militari della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale hanno rinvenuto, nella disponibilità di un collezionista di Ariano Irpino, un cospicuo numero di volumi antichi, alcuni dei quali provento del furto di più di 600 esemplari, scoperto e denunciato nel marzo del 2015, dalla direttrice della Biblioteca Mancini.

Le successive investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, hanno permesso di ricostruire un’intera filiera di smercio di tali beni librari, consentendo di identificare e denunciare numerose persone, detentrici delle centinaia di esemplari sequestrati, e di acquisire numerosi riscontri alla iniziale ipotesi investigativa. Nel corso delle indagini preliminari il 20 novembre 2020 veniva eseguita dai militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, coadiuvati da personale del Comando Compagnia Carabinieri di Ariano Irpino (AV), una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Benevento, Ufficio G.I.P., su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, nei confronti dell’allora responsabile della segreteria e della biblioteca del Centro Europeo di Studi Normanni (C.E.S.N.) di Ariano Irpino nonché dipendente della locale cooperativa AR.TOUR, che gestiva la fruizione del Museo Diocesano di Ariano Irpino avendo acquisito gravi indizi nei suoi confronti in ordine alle seguenti circostanze: è emerso che egli, approfittando della vicinanza fisica alla biblioteca comunale di Ariano Irpino e dell’assenza di adeguata protezione di questa, nel corso degli anni, si sia impossessato di numerosissimi libri antichi, a volte anche solo delle singole pagine interne ai volumi contenenti stampe antiche, allo scopo di trarne profitto mediante la vendita in favore di svariati soggetti, sfruttando l’ampia fiducia acquisita, in  ragione delle proprie mansioni, presso le istituzioni civili e religiose locali, ottenendo anche disponibilità di accesso negli spazi museali del Comune e soprattutto della Diocesi di Ariano Irpino.

Le ipotesi contestate sono di ricettazione, riciclaggio e impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. La più grave ipotesi di riciclaggio, prevista dall’art.648 bis del Codice Penale, è stata contestata poiché su diversi volumi sequestrati sono state rilevate abrasioni dei segni distintivi, finalizzate ad ostacolarne l’identificazione della provenienza furtiva. Si tratta di tecniche che hanno previsto la rimozione, mediante abrasione, del timbro ad inchiostro della Biblioteca Mancini e la cancellatura, mediante sovrapposizione di inchiostro moderno, delle antiche note di possesso manoscritte attestanti la provenienza dagli antichi conventi soppressi con le leggi post-unitarie e divenuti il fondo principale della Biblioteca Civica Pasquale Stanislao Mancini di Ariano Irpino.  

In alcuni casi, la prova dell’abrasione si è avuta grazie al confronto con vecchie fotografie dei frontespizi, eseguite in fase di catalogazione dei volumi. In altri casi, la cancellatura della nota manoscritta è stata decifrata grazie ad un microscopio digitale in uso ai Carabinieri del TPC.Ovviamente il provvedimento all’epoca eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa all’epoca erano persone sottoposte alle indagini ed oggi imputati davanti al Tribunale di Benevento, quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Nel corso delle numerose perquisizioni eseguite a carico delle persone coinvolte, sono stati complessivamente rinvenuti e sequestrati:

259 volumi della Biblioteca Mancini e del Museo Civico di Ariano Irpino;

316 pagine strappate da volumi antichi della Biblioteca Mancini, alcuni trafugati, altri ancora presenti in biblioteca;

pagine ritrovate all’interno degli uffici della cooperativa che gestisce i servizi culturali del Museo Diocesano;

21 beni di natura ecclesiastica trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino, tra cui elementi marmorei costituenti parti di altari smembrati;

5 documenti archivistici provenienti dal Museo Civico e dell’Archivio Diocesano, tra questi l’ “inventario delle sacre reliquie e dei sacri arredi della chiesa Cattedrale di Ariano Irpino”. Questo elemento – si legge in un passaggio dell’Ordinanza del G.I.P. – appare particolarmente significativa poiché attraverso la consultazione di tale documento l’indagato era in grado di individuare gli oggetti e gli arredi sacri di maggior pregio e valore economico, per poi acquisirli illecitamente ed immetterli nel mercato;

52 beni librari risultati provento di vari furti commessi ai danni di biblioteche di vari enti civili ed ecclesiastici dislocati nelle province di Napoli, Benevento, Roma e Pisa; 

4 beni storico-artistici provenienti dal Museo della Civiltà Normanna di Ariano Irpino;

1 pistola antica;

73 reperti di natura archeologica di epoca compresa tra l’età del bronzo (II millennio a.C., al IV sec. d.C., di produzione romana, campana e apula;

5 monete in bronzo risalenti al XIII/XIV sec., provenienti da scavi clandestini nell’Italia meridionale;

1 esemplare di testuggine marina imbalsamata, della specie “eretmochelys imbricata”, specie protetta dalla convenzione internazionale CITES (Reg. CE nr.338/1997, Legge 150/1992). 

A breve saranno restituiti anche gli altri volumi antichi in sequestro, provenienti da varie biblioteche del territorio nazionale, tra cui: Biblioteca Nazionale di Napoli, Scuola Superiore Normale di Pisa, Convento di Sant’Antonio di Afragola, Biblioteca diocesana Pacca di Benevento, Provincia dell’Ordine dei Frati Minori di Benevento, Pontificia Università Urbaniana di Roma, Pontificio Ateneo di S. Anselmo a Roma. Saranno infine proposti per la confisca i reperti archeologici, la pistola e la testuggine marina.Di fondamentale importanza per l’individuazione di tutti i beni è risultata la comparazione delle immagini degli oggetti sequestrati con quelle contenute nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, gestita dal Comando TPC, il più grande database del mondo, con oltre 6 milioni di beni culturali censiti, sancita dall’art.85 Codice beni culturali e del paesaggio D.Lgs.42/2004.Ma altrettanto fondamentale è risultata la catalogazione dei beni librari della Biblioteca Mancini e dei beni storico-artistici della Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia, svolta in collaborazione con gli organi periferici del Ministero della cultura, in loco oggi rappresentati dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Campania, diretta dal dott. Gabriele Capone e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino, diretta dalla dott.ssa Raffaella Bonaudo.

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