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Economia

Bruno chiede a De Luca di commissariare la Camera di Commercio

Il destino della Camera di Commercio Irpinia-Sannio passa nelle mani della Regione. Dopo mesi di scontri in seno al consiglio e alla giunta - che non hanno consentito all'ente di approvare il bilancio di previsione - con una lettera indirizzata al governatore De Luca, il presidente Giuseppe Bruno chiede il commissariamento dell'ente.

Nella missiva Bruno ripercorre quanto accaduto dal 19 luglio, data della sua elezione, ad oggi. Quindi le diverse riunioni di giunta saltate e l'impossibilità per l'organo collegiale di funzionare ''per volontà dei suoi stessi componenti''. Pertanto - scrive Bruno - ''si chiede la nomina di un commissario straordinario per le gestione dell'ente'', così come previsto dalle norme.

Nel frattempo, a partire da oggi, l’ente è in esercizio provvisorio per un massimo di quattro mesi. La Regione ha davanti due strade: quella di un commissario ad acta per l’approvazione dello strumento contabile oppure – come richiesto da Bruno - un commissariamento straordinario. La seconda ipotesi comporterebbe nuove procedure per la verifica della rappresentanza delle associazioni, da cui poi dipende la quota di seggi assegnati.

In caso di commissariamento, i posti in consiglio scenderebbero da 33 a 25. Insomma, bisognerebbe rifare tutto daccapo, con il rischio di tempi lunghi prima che la Camera possa tornare pienamente operativa e nelle mani di organismi legittimamente eletti. Già per realizzare la fusione Irpinia-Sannio ci sono voluti anni, a causa, tra le altre cose, dei ricorsi presentati da alcune associazioni sulla composizione del consiglio. Poi, nel luglio scorso, finalmente, l'insediamento del consiglio e la nomina di Bruno alla presidenza. Ma da subito sono iniziate le polemiche, con il fronte che aveva sostenuto lo sfidante Mastroberardino impegnato a contestare il modo in cui si era giunti all'elezione di Bruno, poi le polemiche sul futuro della partecipata Valisannio e le reiterate richieste di dimissioni al presidente, sempre respinte, fino ad arrivare all'impossibilità di riunire la giunta e alla mancata approvazione del bilancio.

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