Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Canale 58Canale 58

Economia

"Il grano tra tradizione e sviluppo", ad Aquilonia il convegno sull'agricoltura

Coldiretti Avellino

Interessante e partecipato il convegno “Il grano tra tradizione e sviluppo” svoltosi ieri ad Aquilonia nell’ambito della manifestazione “La notte del grano”. Il convegno, organizzato dal Comune di Aquilonia e dal Museo etnografico “Beniamino Tartaglia”, sulle prospettive dell’agricoltura nelle aree interne, dopo i saluti del sindaco del paese altirpino, Giancarlo De Vito, e la relazione introduttiva di Dario Ianneci, è proseguito con i contributi di vari intervenuti rappresentanti il mondo dell’agricoltura, dell’impresa, dell’ambientalismo, della ricerca e delle Istituzioni, che, con sfaccettature diverse, hanno analizzato il tema in modo completo ed efficace. Il convegno, più che un’analisi sulla evoluzione del mondo dell’agricoltura, in particolare della granicoltura, produzione principe di queste zone, voleva essere una riflessione a più voci sulla evoluzione di un mondo, quello agricolo-rurale delle aree interne e, quindi, di un territorio, inteso nelle sue più varie componenti, culturali, ambientali, sociali, economiche. E da questo punto di vista non sono mancati contributi anche di un certo spessore.
Per Coldiretti Avellino è intervenuto Domenico Roselli il quale, partendo dal concetto di territorio, come sintesi di componenti materiali ed immateriali, che nei secoli l’hanno forgiato e che fortemente connotano l’identità e il “fare” di una comunità, soprattutto in un’area distante da grossi insediamenti abitativi, si è riportato al tema del “cibo”. Sicuramente una delle migliori espressioni identitarie di un territorio, di una cultura e di una tradizione produttiva che lo rendono unico. “Il forte legame con il territorio – ha affermato Roselli -  conferisce al cibo, quale risultato finale di un processo produttivo che ha origine e fine su di esso, un valore unico, non ripetibile fuori da quel territorio. In quanto valore, non solo alimentare o economico, va salvaguardato e protetto da interessi criminali (adulterazioni, sofisticazioni) o da indebiti appropriazioni che puntano alla ricetta, al marchio, svuotandolo dei valori unici connotatitivi, ciò che è proprio di una globalizzazione incontrollata e senza regole”. Da qui la pressante azione di Coldiretti di mettere in campo una serie di azioni e proposte a salvaguardia dei prodotti tipici locali, per le denominazioni d’origine, per una etichettatura chiara e trasparente, soprattutto sull’origine della materia prima e contro gli OGM, alleati dell’omologazione e nemici della ricchezza della diversità e dei territori. Tanto più necessaria questa azione in un momento in cui l’agroalimentare italiano è sotto attacco con l’aumento delle frodi, la delocalizzazione delle produzioni e la sempre più accentuata incertezza sulla provenienza dei prodotti etichettati come italiani, che la dice lunga sulla strategicità del cibo. E’ questa la vera ricchezza dell’Italia, i suoi cento diversi paesi e cento diverse identità, che la rendono unica e che rappresentano il vero elemento su cui far leva per la ripresa, anche economica, del Paese e per ritornare ad essere competitivi nel mondo. “Perché – ha concluso Roselli – è nell’origine della materia prima il territorio, non nella ubicazione dell’industria di trasformazione”. E in questo senso ben vengano quelle iniziative, anche locali, che mirano a salvaguardare le produzioni tipiche, anche in modo sinergico ed integrato tra tutti i componenti della filiera, riconoscendo ad ognuno il giusto ruolo. 

Commenta l'articolo

Copyright © Mediainvest srl - Tutti i diritti riservati - Web Agency: Progetti Creativi
La riproduzione di tutto o parte del contenuto di questo sito è punibile ai sensi delle leggi vigenti
Privacy Policy