Ennesima delusione per i lavoratori. Non c’è nessun acquirente, non sono state presentate  finora proposta per rilevare lo stabilimento. Sfumano le piste cinesi e anche l’ipotesi di un interessamento italiano. "Nessun passo avanti al Mise, anzi: i nostri timori e dubbi sulle manifestazioni d’interesse dalla Cina sono stati purtroppo confermati”. Lo afferma il vice segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera, commentando gli esiti del tavolo di confronto sulla vertenza che si è tenuto al ministero dello Sviluppo Economico con i vertici dello stabilimento. “L’azienda - spiega Spera - ha confermato che da parte di Amsia Motors e di Zhuhai Guangtong Automobile non sono mai arrivate proposte concrete. E’ stata smentita anche l’ipotesi di una cordata guidata da Paolo Monferino, ex dirigente Fiat. Nessuna buona notizia anche sul fronte degli ammortizzatori sociali: per accedere al secondo anno di cassa integrazione straordinaria, Fiat deve ricollocare ancora 197 lavoratori, fra i quali 120 operai che potrebbero usufruire di incentivi all’esodo se rientrassero nel decreto del ministero del Lavoro sugli esodati, e che invece, al momento, non hanno certezze, perché l’azienda ha affermato che le condizioni di mercato attuali non consentono il reinserimento di così tanti lavoratori. Fiat, intanto, ha ricollocato solo 50 operai”. Un nuovo incontro è previsto entro il prossimo mese di giugno sempre al ministero dello Sviluppo Economico. Presente alla riunione pomeridiana anche Maioli della Confindustria avellinese. Intanto, anche il segretario Masini della Fiom – Cgil ha riferito di essere sconcertato dalle informazioni. Il commento dell’Rsu, Dario Meninno, è che “sembra che la Fiat stia temporeggiando, e il Governo non approfondisca la questione”. Tra l’altro riferiscono anche che erano presenti solo i funzionari Bianco e Castano. Una frase poi dell’A.D. Alfredo Altavilla ha colpito l’attenzione della Fiom: “Non è detto che a Valle Ufita si debbano produrre autobus, possiamo anche fare altro”.