Un consiglio comunale straordinario sulla questione delle uve invendute, è quello andato in scena a Paternopoli nella giornata di lunedì 12 settembre. Un’assise monotematica fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco Salvatore Cogliano. Durante la discussione si è dato risalto alla gravità della situazione e si è ribadita la necessità dell’istituzione di un tavolo che coinvolga più attori nella vicenda.
La gravità della situazione si evince dall’importanza strategica del settore vitivinicolo per l’intera area, nucleo essenziale del tessuto produttivo e le possibili gravissime ripercussioni per la tenuta sociale ed economica.
La questione non riguarda solo il territorio del comune di Paternopoli ma anche i comuni limitrofi, come Montemarano, Castelfranci e Torella dei Lombardi, oltre a quelli del distretto del Taurasi, per un totale di circa 20mila quintali di uva e 130 aziende.
È per queste ragioni che si è convenuto di approvare nel prossimo consiglio comunale un’apposita delibera, condivisa dall’intero consiglio, maggioranza ed opposizione, per dare maggior vigore all’appello rivolto a Sua Eccellenza, il Prefetto di Avellino, Paola Spena per l’istituzione di un tavolo tecnico per la risoluzione dell’emergenza.
Da sottolineare ancora una volta l’interessamento e la vicinanza all’intera vicenda della CIA Paternopoli e del suo presidente Mario Marco Cresta. Una vera e propria sinergia quella con il Comune che, dal canto suo, sta provvedendo ad allargare la richiesta anche ad altri enti comunali proprio perché il problema è condiviso. Un contatto costante quello tra l’Amministrazione Cogliano e quelle vicine pronte a muoversi a loro volta.
«L’emergenza stringe - afferma il capogruppo di maggioranza del Comune di Paternopoli, Michele Tecce, in qualità di consigliere comunale delegato all’emergenza - il tempo è poco. Noi, dal canto nostro, stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità. Tuttavia, sono preoccupato per la possibile speculazione e, allo stesso tempo, spiace constatare il silenzio delle diverse organizzazioni e istituzioni che avrebbero come ruolo quello di tutelare i produttori vitivinicoli e, invece, sono rimasti in silenzio o, in alcuni casi, pare abbiano tentato di sminuire il problema…».
Di fatto, la questione va avanti e gli attori protagonisti della vicenda continuano a far sentire la propria voce.
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