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Amministrative, la Sinistra processa De Blasio: nei comuni solo sconfitte

Pd

Il Partito Democratico non si smentisce mai. E così nel giro di qualche ora passa dalla festa per la straordinaria vittoria all’analisi della sconfitta. E di motivi ce ne sono. Se alle europee gli elettori hanno premiato Renzi, alle amministrative in Irpinia si registra un clamoroso flop. Su 23 sindaci democratici uscenti, il Pd ne ha riconfermati solo 9. Sotto accusa c’è la segreteria targata Carmine di Blasio. Il fuoco, più o meno amico, arriva dalla sinistra interna. Pesa la debacle di Ariano, dove il Pd è in via d’estinzione. Irrita il paradosso di Montoro, dove al ballottaggio ci vanno due tesserati democratici. L’opposizione attacca e chiede la convocazione della direzione provinciale. De Blasio  invita all’unità e si limita a dire che nei comuni sono state rispettate le decisione dei territori. A chiedere la testa di De Blasio ci pensa Lucio Fierro, che con un occhio alle regionali tuona: se ne vada prima di produrre altri danni. Insomma, l’estate di Via Tagliamento si annuncia rovente. Sul fronte opposto, in casa Forza Italia, il senatore Sibilia festeggia il 20% raccolto in provincia e spera nell’exploit di Gambacorta ad Ariano, anche se c’è delusione per la sconfitta di Giaquinto a Montoro. In Forza Italia non mancano i problemi interni. Ruggiero e Nappi, consiglieri regionali rientrati nei ranghi dopo la breve parentesi di Forza Campania, chiedono che il partito si apra: nessuno può pensare di essere il padrone del partito. Messaggio indirizzato a Sibilia che però di Nappi e Ruggiero non vuol sentire nemmeno parlare, tanto da disertare la serata in cui, durante la campagna elettorale, Berlusconi intervenne telefonicamente ad una manifestazione organizzata dai due consiglieri regionali.
Infine c’è l’Udc. Lo scudocrociato festeggia la grande  vittoria di De Mita a Nusco, dove però un elettore su due ha disertato le urne, e si consola con l’elezione di Cesa al parlamento europeo.  In Irpinia la lista ha raccolto il 9%, doppio della media nazionale. Ma l’intesa con Alfano non sfonda nel mezzogiorno. Così Gargani è costretto a rimanere a casa. Per il futuro l’obiettivo è sempre lo stesso, ripetuto come un mantra: riunire i moderati.

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