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Arace (Liberi e Uguali): lettera ad un elettore sconosciuto

nadia arace


Nel ’52, quando il Napoli comprò Jeppson per 105 milioni di lire, cifra esorbitante per quei tempi, lo stipendio medio era di 43.000 lire al mese. Oggi, la Juventus vende Pogda al Manchester United per 105 milioni di euro, ma lo stipendio medio non è certo di 43.000 euro al mese. In verità, lo stipendio medio non è nemmeno la decima parte di quella cifra. Più propriamente, ne è la centesima parte ed è pure lavoro precario, oltrechè sottopagato. Che questi decenni ci abbiano resi più poveri, nelle tasche e nei diritti, è fuor di dubbio. Ma quanto peso ha avuto la nostra indolenza, nel mentre l’amministratore delegato della Fiat, per esempio, smetteva di guadagnare 12 volte in più della paga di un operaio, per guadagnarne, oggi invece, 4.000 volte di più, tra l’altro delocalizzando pure?Eppure in questa campagna elettorale, corta peggio di un caffè bevuto in fretta, di impegni come l’applicazione della progressività fiscale per alleggerire i redditi più bassi, chiamando chi ha di più a dare di più, non ce ne sono stati molti. C’è stato il nostro, ma mi farebbe più piacere, su questo, essere in compagnia. E’ giusto che la ricchezza sia concentrata nelle mani di pochi, che Bill Gates, insieme ad altre 7 persone, abbia guadagnato nell’ultimo anno 7 volte la cifra che sarebbe sufficiente a sollevare 750 milioni di persone dalla soglia della sopravvivenza? La risposta è chiaramente no. E insieme a questo no, ci sarebbe un’azione politica, che è prima di tutto di buon senso, da fare: tassare le multinazionali e contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, a cominciare da quanto questi colossi guadagnano in Italia. Anche su questo nessun impegno da parte delle altre forze politiche, mentre a noi piacerebbe che non fosse solo Liberi e Uguali a farsene carico. E invece troviamo le ruspe e l’invasione dei migranti a distrarre l’opinione pubblica dai problemi reali o l’ “onestà” diventare programma politico, che è come dire che è sufficiente affidarsi ad un medico “onesto” per essere certi di guarire dal proprio male. C’è bisogno, invece, proprio in questi tempi confusi, di rimettere ordine, di restituire le cose al posto cui appartengono. C’è bisogno di dire, per esempio, che Sara non deve trasferirsi all’estero per fare l’oncologa, alzando il PIL della Svezia, tra l’altro dopo che l’abbiamo formata qui e ad un costo elevato, perché questo lusso noi non ce lo possiamo permettere. Dobbiamo invece dire che scegliamo di investire nella ricerca e nell’innovazione. E appena un passo prima, aprire all’istruzione gratuita e di qualità garantendo a tutti di poter studiare, anche abolendo le tasse universitarie. Dobbiamo contrastare la privatizzazione della sanità e il sabotaggio del servizio sanitario pubblico, perché non possiamo consentire che tanti rinuncino a curarsi. Anche su questo parole chiare: nessuna prestazione pubblica deve costare più della stessa prestazione erogata dal privato. Dobbiamo liberare l’Italia dal petrolio, dal carbone e dal gas, convertendo in chiave ecologica l’industria e con un piano di bonifiche per i territori che sono stati compromessi perché è anche così che proteggiamo i beni comuni, che sono di tutti. Torniamo a fare politiche industriali sì, ma verdi. E facciamo insieme anche lavoro, con parità salariale, reintroduzione dell’Art.18 e riduzione dell’orario di lavoro a parità di compenso. Basta stage, basta lavoretti frammentari e saltuari pagati 33 centesimi l’ora, diciamolo e facciamolo. E teniamo soprattutto dentro gli ultimi, le minoranze, chi non ha abbastanza voce per farsi sentire: Ius soli, matrimonio egualitario, applicazione della legge 194,  potenziamento dei consultori e finanziamento dei centri antiviolenza. Rafforziamo i diritti di chi è stato lasciato indietro in questi anni, perché è per questa via che rafforziamo i diritti di tutti, quelli democratici innanzitutto.Il 4 marzo, dietro a quella X c’è tutto questo. Come Liberi e Uguali, in Irpinia, abbiamo candidato alle politiche il lavoro di un gruppo. Abbiamo candidato il lavoro che il gruppo “Si Può” in questi anni ha portato avanti in Consiglio Comunale ad Avellino, con fatica e coerenza, ma con il grande entusiasmo che ogni novità porta con sè. Abbiamo ricominciato insieme a immaginare le cose a posto, poi abbiamo provato a rimetterle dove dovevano stare, con proposte concrete e realizzabili. Qualche volta ci siamo riusciti, molto più spesso invece no. Ma la politica a sinistra e da sinistra deve darsi questa ambizione, accendere una luce e, se è possibile, tenerla tanto in alto da illuminare quanto più spazio possibile. Ecco, il 4 marzo abbiamo candidato la speranza di avere più forza nelle mani e più ampiezza nella testa. Io voto tutto questo e voto soprattutto per poterlo realizzare per mia figlia, semmai io, come gran parte della mia generazione, potrò concedermi questo dono. A chi è arrivato alla fine di questa mia lunga lettera, che ho immaginato di scrivere destinata ad un elettore sconosciuto che adesso starà scuotendo la testa, pensando di non andare a votare perché, come mi disse una volta un Consigliere Comunale di maggioranza, vero è che “parlo bene, ma non serve, perché mondo era, mondo è e mondo sarà”, dico: fermati un attimo, rifletti, scegli di farti ascoltare, mettici consapevolezza in questo gesto, ma vota, perché non c’è regalo più gradito che tu possa fare ai politici corrotti e mafiosi che sulla tua indifferenza hanno costruito le loro fortune e le nostre povertà. 
Nadia Arace, Capogruppo consiliare "Si Può" Comune di Avellino

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