“L’assemblea dell’Asi ha designato due rappresentanti del Pd nel Consiglio di amministrazione. Qualche assenza, e l’arrivo in assemblea a urne chiuse del delegato dell’Istituto autonomo case popolari, hanno fatto mancare al candidato Gino Cusano i voti necessari per poter essere eletto al posto di Gerardo Adiglietti. Una circostanza, questa, che la dice lunga sulla incapacità dell’attuale classe dirigente provinciale di Forza Italia e della coalizione di centrodestra di gestire le fasi cruciali della vita politica e amministrativa irpina.” Lo afferma il consigliere regionale Sergio Nappi. A dispetto di coloro che ogni giorno si sforzano di giocare al meglio una partita di per sé ardua contro gli avversari - aggiunge Nappi -, assistiamo allo spettacolo penoso di una segreteria provinciale che non si premura di garantire e di coordinare la presenza dei suoi rappresentanti nelle assemblee degli enti sovracomunali. Mancanza questa, che all’Asi si è tradotta in una serie di decisioni surreali: i rappresentanti di Forza Italia hanno votato il bilancio ad una maggioranza dalla quale sono stati poi tenuti fuori, mentre il Pd si è astenuto pur entrando con due rappresentanti nel nuovo Consiglio di amministrazione. Singolare, quindi, che il Pd si trovi ora a cogestire con l’Udc un Ente sulla base di un bilancio di previsione non riconosciuto proprio. Tutto ciò è quanto in questo momento riescono a produrre i luminari della politica irpina. Singolare, inoltre, - prosegue il Consigliere regionale - che il rappresentante dell’Iacp si sia presentato con una delega che, da quanto riportato da alcuni organi di informazione, era priva dei requisiti necessari, e pertanto in ogni caso non valida ai fine della espressione del voto. E’ evidente che un partito funzionante, con una segreteria provinciale attenta alle vicissitudini del territorio e delle sue amministrazioni, avrebbe dovuto evitare quanto accaduto all’Asi. Mi auguro che quanto prima si possa invertire la rotta creando le condizioni per assicurare a Forza Italia irpina un coordinamento di fatto e non uno di comodo come quello attuale, composto dai soliti quattro amici che si ritrovano al bar”, chiude Nappi.
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