La nota dell’ onorevole Giancarlo Giordano sull’inquinamento della Valle del Sabato:
"Il recente grave episodio che ha interessato l’azienda “Novolegno” di Arcella di Montefredane, dove si è rischiato l’ennesimo incidente sul lavoro per i dipendenti e il reiterato rischio di devastante inquinamento per le già provate popolazioni dell’Area di Pianodardine, pone il problema di andare oltre ogni superfluo rituale per individuare delle risposte immediate e condivise.
L’area di Pianodardine e quella urbana della Valle del Sabato, con una popolazione interessata di ben 30 mila abitanti, è quanto di più promiscuo e dannoso possa essere stato realizzato in un processo di antropizzazione facendo sorgere impianti produttivi a ridosso di case e centri abitati in deroga a ogni ipotesi di buon senso e di normazione in materia urbanistica e ambientale.
Industrie tra le più inquinanti o a forte impatto ambientale, come la Novolegno, lo STIR, il CDR, il Deposito di ben 20.000 tonnellate di “ecoballe”, l’ Isochimica, il Depuratore dell’ Alto Calore, ma anche la FMA e tante altri opifici e aree di insediamenti produttivi nel tempo sono divenute zone di cerniera tra la periferia della città capoluogo e la sua area vasta, collocando di fatti i territori contigui dei comuni di Montefredane ( Frazione Arcella) , Manocalzati, Prata P.U., Pratola Serra, Atripalda e Avellino in una permanente situazione di rischio ambientale, come il disastroso rogo del 2005 e il progressivo aumento delle neoplasie tra la stessa popolazione ci confermano .
La zona, inoltre, è costeggiata dall’arteria autostradale “A/16” ( la Napoli-Bari), dalla Strada trafficata Statale “Appia” che collega le due aree urbane capoluogo irpino e sannita, dal fiume Sabato, riconosciuto ufficialmente come uno dei corsi d’acqua più inquinati d’Italia e dall’Elettrodotto “TERNA” dalla potenza 380 mila volts .
Si è dovuto attendere l’ennesimo incendio pericoloso per ottenere un nuovo monitoraggio e l’istituzione di due centraline, la seconda solo a partire dal prossimo mese di ottobre, il quale però, come sottolineato da tempo dall’ Associazione “Ambiente e salute”, senza la realizzazione di una sua diffusa rete che operi permanentemente sull’intera area, non offrirà mai una rilevazione certa e completa di una condizione ambientale dinamica qual è quella di Pianodardine.
Monitoraggio che non può non prescindere da un costante controllo delle altre matrici (acque superficiali e suoli) e non contemplare anche il controllo permanente non solo delle aree interne produttive ma anche la loro capacità di assicurare una certificata e costante opera di manutenzione e adeguamento tecnico-funzionale agli impianti e ai macchinari, cosa che sempre più non viene garantita dalle imprese esponendo in tal modo a gravi rischi per la loro salute i dipendenti e le popolazioni circostanti agli opifici produttivi.
Nel 2005 a seguito del summenzionato incendio sviluppatosi presso la “IRM” di Manocalzati la popolazione locale, supportata dall’iniziativa istituzionale della Provincia di Avellino, si avverte l’esigenza di realizzare un piano di monitoraggio esteso a tutte le matrici ambientali al fine di valutarne lo stato nell’area industriale di Pianodardine.
Il successivo studio condotto dall’ARPAC rivelava una condizione di superamento diffuso dei valori standard previsti dalla normativa vigente in materia su tutte le matrici indagate (aria, suolo, acque ), richiamando l’attenzione degli organi competenti. affinchè venissero attivate ulteriori indagini al fine di realizzare una prima strategia di interventi per la progressiva riduzione gli impatti esistenti.
Su iniziativa della Provincia di Avellino nel 2007 veniva commissionata all’ASL di Avellino e alla Seconda Università di Napoli, una indagine epidemiologica, purtroppo rimasta inspiegabilmente inevasa, tesa a comprendere quale ricaduta potesse registrare in rapporto all’inquinamento ambientale già certificato per la conoscenza di eventuali correlazioni al sorgere di neoplasie tra gli abitanti dell’intera Valle del Sabato .
Il 14 marzo 2010 è stato sottoscritto dalla Provincia di Avellino, il Consorzio ASI di Avellino, la Società “Irpiniambiente” SpA, l’Associazione “Ambiente e Salute” e gli otto comuni confinanti con la suddetta Area industriale, un “Protocollo d’intesa per la tutela e il risanamento della media Valle del Sabato” che però non ha portato a nulla di concreto tanto che nel 2013, in considerazione della totale assenza di concrete iniziative riguardanti il monitoraggio, la salvaguardia e la bonifica ambientale dell’area da parte delle istituzioni e degli organismi preposti e constatato l’incontestabile aumento statistico esponenziale delle neoplasie e di altre patologie collegate all’inquinamento ambientale, è stato presentato da oltre tremila cittadini un esposto circostanziato alla Procura della Repubblica di Avellino per il reato di disastro ambientale.
Non è vero, quindi, che si parte da zero . Esistono delle iniziative, come quelle summenzionate, che possono realisticamente condurre a delle soluzioni immediate perché si possa ragionevolmente programmare un percorso nel breve-medio periodo :
• Completamento entro il 2014 dell’indagine epidemiologica in corso, al momento, sospesa;
• Completamento entro il 31 ottobre 2014 della rete delle centraline per il monitoraggio esterno e valutazione complessiva dello stato di inquinamento delle acque e dei suoli con conseguente valutazione del rischio per la popolazione;
• Istituzione di una Conferenza Permanente dei Servizi tra comuni interessati dell’Area , ASL, ARPAC, ASI, Associazioni ambientaliste per predisporre un Piano Unico di Salvaguardia Territoriale che uniformi e armonizzi la disciplina in materia urbanistica, di pianificazione e regolamentazione delle aree produttive, degli standards di tutela ambientale dell’aria, del suolo e delle acque nonché degli impianti industriali;
• L’avvio, da parte delle istituzioni competenti, di un Piano generale di bonifica dell’area, a partire dalle situazioni di emergenza e di maggiore criticità come l’ Isochimica.
Mai come in questa situazione il ruolo e l’azione propulsiva e unitaria dei Sindaci, dei Consigli comunali, delle forze politiche e sociali, dei lavoratori e delle popolazioni presenti sui territori diventa quanto mai determinante per raggiungere questi realistici obiettivi .
La tutela ambientale e della salute è un valore che deve interagire con il diritto al lavoro e lo sviluppo produttivo senza creare superate quanto dannose contrapposizioni che solo chi non ne avverte, per meri interessi speculativi, la contestuale esigenza di coesistenza ne agita strumentalmente lo spettro arrecando danni e conseguenze nefaste sia ai lavoratori che ai cittadini.
Le vicende che stanno interessando la Novolegno ci pongono, pertanto, il duplice problema di salvaguardare la ricaduta ambientale dell’area e dei luoghi di produzione insieme a quella dei posti di lavoro nell’ottica di un rilancio dell’attività di impresa perché si fuoriesca da una strisciante condizione di disimpegno e si punti al suo effettivo rilancio.
E' per questa ragione che siamo al fianco delle popolazioni della Valle del Sabato che da anni si battono contro il degrado e l'evidente stato di grave inquinamento ambientale in cui versa e per lo sviluppo sostenibile delle sue realtà produttive"
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