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Politica

Provincia, il Pd attacca: "'Squallida commedia degli equivoci". Il Pdl: ''Ignorate i fatti''

Dal Coordinamento Provinciale del Pd riceviamo e pubblichiamo:
"Con lo scioglimento del Consiglio Provinciale giunge a conclusione, sulla pelle dell’Irpinia e degli irpini, una squallida commedia delle furbizie e degli equivoci: nell’anno nel quale andranno ridefiniti gli assetti istituzionali ed il destino delle Province, sull’Irpinia su cui incombe la possibilità di un depauperamento dei servizi e delle opportunità a seguito della perdita del capoluogo, il principale ente democratico viene privato della sua voce. 
La responsabilità è una ed una sola: del senatore Sibilia, del PdL e dei suoi alleati che hanno giocato per mesi attorno all’equivoco di una incompatibilità non risolta, lasciata portare avanti con l’uso indegno della maggioranza politica in Parlamento. Sibilia doveva scegliere tra essere Senatore e Presidente della Provincia: non lo ha mai fatto come i suoi degni colleghi di Napoli, Caserta e Salerno. Questo e solo questo è il punto vero, che hanno preferito anteporre ambizioni personali e logiche di potere al rispetto dello spirito delle leggi e degli interessi democratici ad avere certezze di rappresentanza elettiva.
Si sfarina come d’incanto il “vestitino” di paladino solitario degli interessi dell’Irpinia e della Provincia che Sibilia aveva cercato di costruirsi addosso anche con il superficiale giudizio di tanti osservatori.
Ma sconcerta, comunque, il decreto che il Ministro degli Interni ha proposto alla firma del Presidente Napolitano. La sua lettura legittima più di una perplessità. Lo scioglimento viene adottato ai sensi del punto 1 della lettera b) dell’art 141 del D. Lgs. 267/2000, dando l’impressione che la procedura di dichiarazione di decadenza di Sibilia adottata dal Consiglio Provinciale sia regolare. Solo che la nomina del commissario per tale fattispecie è esclusa ai sensi del 3° comma del medesimo articolo laddove si afferma che “si provvede alla nomina di un commissario  … nei casi diversi da quelli previsti dal numero 1) della lettera b) del comma 1”.
Insomma, ma senza impegolarci in diatribe tecniche, sembra proprio che il Ministero abbia considerato valide le dimissioni e non il voto di decadenza e che, a proteggere Sibilia da una futura dichiarazione di decadenza da senatore, se eletto, per non essersi dimesso nei termini, si sia arrampicato sugli specchi di un decreto contorto e confuso. Il contrario, insomma dell’entrata “a gamba tesa” di cui ciancia Sibilia, mentre sembra più evidente un doppio favore, quello del mantenimento della Provincia nelle mani di un “non eletto” ed indirettamente di Sibilia e di spianargli la strada nella giunta delle incompatibilità al Senato.
Una pagina brutta, comunque, che spetterà alla “bella politica” di voltare, dopo che il voto prossimo avrà spazzato via, con Berlusconi, i residui del berlusconismo."
La replica del coordinamento provinciale Pdl
POLITICA AVELLINO - “Dalla nota diffusa dal coordinamento Pd, elaborata dalla geniale mente di qualche dirigente, viene fuori un dato: Sibilia e il Pdl devono ringraziare il Capo dello Stato e il Ministero, perché l’ente è stato commissariato evitando problemi (che ovviamente non esistono) di ineleggibilità allo stesso Sibilia. Questo, infatti, è ciò che si evince dal contorto ragionamento elaborato nella nota. Siamo convinti che non tutti i dirigenti del Pd irpino abbiamo capito, interpretato e condiviso quanto scritto. Se fosse il contrario, allora c’è da preoccuparsi". 
"La geniale e, si spera, solitaria mente è stata capace di filare e disfare una tela, inciampando più volte nell’interpretazione della legge, nel tentativo di raggiungere il traguardo del ragionamento: Sibilia ha sbagliato tutto ma è stato salvato dall’ineleggibilità. Insomma, vanno ringraziati il Presidente della Repubblica e il Ministero. Il geniale e, si spera, solitario dirigente Pd dimentica o, peggio ancora, non sa che quanto avvenuto a Palazzo Caracciolo è stato seguito pari pari dai colleghi di partito alla Provincia di Rieti. In quella realtà, infatti, l’ex presidente Fabio Melilli esponente di spicco del Pd (peraltro ex presidente dell’Upi-Unione delle Province Italiane), candidato nelle liste per il Parlamento del Partito democratico nel Lazio ha battuto lo stesso percorso. Identico, per la Provincia di Rieti, è il provvedimento del Presidente della Repubblica.
In ogni caso, resta il dato – e questi sono i fatti – che Sibilia è stato l’unico a difendere la Provincia e il capoluogo, non abbandonando la nave così come hanno fatto altri del Pd in Campania, e non solo, in un momento di grande difficoltà per gli enti locali. Altri nel Partito Democratico, a parte votare a favore della contestata riforma o evocare il problema senza produrre atti concreti, si sono dimostrati inutili spettatori. Come volevasi dimostrare, il geniale dirigente Pd ispiratore della nota ha aspettato meno di 24 ore per strumentalizzare per fini elettorali un provvedimento inatteso da tutti. Anche a Rieti. Un provvedimento che giunge dopo un mese dalla presa d’atto della decadenza in Consiglio Provinciale, avvenuta alla presenza di tutti i consiglieri del parlamentino, e a qualche giorno dal voto. Se così urgente, perché non adottarlo prima?”.
 
 

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