AVELLINO, 27/08/2025- “Ho aspettato prima di intervenire nel dibattito scaturito dopo l’approvazione del piano di rientro dell’Alto Calore perchè di parole ne ho sentite, e continuo a sentirne, troppe. E il più delle volte mi sembrano più chiacchiere di propaganda che di reale interesse verso una questione che riguarda da vicini i cittadini della provincia di Avellino. E’ evidente a tutti che un aumento delle tariffe idriche che in alcuni casi comporterà un aggravio di oltre il 30% sulle bollette familiari, rappresenta un colpo pesantissimo per i cittadini e le imprese dell’Irpinia e del Sannio, ma è necessario anche esprimere parole di verità su tutta la questione”.
Così il consigliere regionale Livio Petitto, riferimento in Campania di Forza Italia, dopo che l’Ente idrico campano ha deciso di rinviare il voto sulla proposta di adeguamento tariffario in precedenza approvata dal Distretto Idrico e, non da ultimo, la bocciatura da parte dell’Assemblea dei sindaci Alto Calore, della mozione che proponeva lo stop agli aumenti, condivisa anche dai rappresentati istituzionali di Forza Italia.
“Quel no da patre di alcuni sindaci è figlio di una chiara scelta politica- spiega Petitto- probabilmente per proteggere un partito e una gestione regionale che ha portato l’Alto Calore nella situazione disastrosa in cui si trova. E’ da tempi non sospetti che invoco un Commissario ad acta per la guida dell’Ente e la gestione del piano di concordato.
Nulla si può dire, in questa fase, all’amministratore Lenzi che ha ereditato un’Azienda sull’orlo del fallimento, perché è la Regione Campania ad avere un ruolo diretto e imprescindibile di indirizzo e controllo sul servizio idrico integrato e non può essere considerata spettatrice esterna. Per questo sono risibili le parole di qualche mio collega consigliere di maggioranza che oggi caccia dal cilindro un possibile bonus per famiglie che dovranno comunque sostenere maggiori costi al netto dell’utilizzo del solo 20% del potenziale idrico di 14000 litri al secondo-Questo accade– prosegue Petitto- a causa dei mancanti impegni da parte della Regione rispetto alle azioni inserite nel piano concordatario che, si ricorda, prevedevano un aumento annuo del 3,5% nei quattro anni fino al 2027 lavorando contestualmente ad maggiore recupero di crediti, ricavi aggiuntivi, risparmio di spese, oltre che la previsione di una quota di investimenti dalla stessa Regione e del Ministero attraverso il Pnrr. Azione inevase ed oggi registriamo un aumento del 9,94% per l’anno il corso, del 9,93 nel 2026 e del 15,97 nel 2027, dopo che già nel 2024 abbiamo subito in silenzio un incremento del 5% in bolletta”.
Le responsabilità politicHE, per Petitto, sono chiare: “La Campania, dopo l’approvazione della delibera di Giunta n.565 del 31/11/22, deve corrispondere 49 milioni di euro alla Regione Puglia per ristori ambientali, nel periodo dal 2023 al 2027, per aver costruito la Galleria Pavoncelli Bis -spettanti alla nostra provincia. L’Alto Calore si trova nella condizione di dovere acquistare l’acqua, nonostante sauna delle sue principali risorse, ed intanto chi ne trave vantaggio in termini di costi è proprio la Regione.Intanto ci sono quasi 200 milioni di euro di debiti accumulati dall’azienda, una rete colabrodo con perdite superiori al 50% dell’acqua immessa negli acquedotti, mancata programmazione pluriennale degli investimenti nonostante la disponibilità di fondi europei.
Questi elementi non sono il frutto di circostanze casuali, ma di precise scelte politiche e di una governance regionale che negli anni non ha saputo dare risposte adeguate.La Regione -conclude il consigliere regionale- deve assumersi fino in fondo le proprie responsabilità, intervenendo con misure straordinarie reali per garantire equilibrio finanziario all’azienda e, soprattutto, un servizio efficiente e sostenibile. IL diritto all’acqua è un bene essenziale che la Regione ha il dovere di tutelare: non possono essere i cittadini a pagare per errori politici e gestionali.Bene il rinvio di oggi da parte dell’EIC dopo il tentativo di qualcuno di far passare tutto sotto traccia durante il caldo agostano. Solo il primo passo di una mobilitazione che andrà avanti e, soprattutto, che non sia solo uno spot elettorale”.
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