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Il Mezzogiorno torna questione nazionale: patto Renzi-De Luca

NAPOLI – Due giornate dedicate all’Assemblea Nazionale sul Mezzogiorno, incontro voluto ed organizzato dalla Regione Campania, dal Governo e da Unioncamere per riportare sulla quasi dimenticata situazione del meridione italiano: sabato e domenica si sono confrontati e, in alcune occasioni, scontrati politici, professori ed imprenditori. Due interventi da ricordare quelli del governatore campano Vincenzo De Luca che ha avuto il merito di trattare con semplicità e lucidità temi delicati come la disoccupazione, la carenza infrastrutturale, la sanità. E che ha avuto anche il merito di fare una proposta, a tratti provocatoria, per immettere i giovani, i più colpiti dalla crisi economica, nel mondo del lavoro. E che ha chiarito un punto fondamentale: da quando negli anni Novanta “è andata crescendo la sottocultura del leghismo, si è iniziato a vedere il Sud come una palla al piede, un freno allo sviluppo del Centro-Nord che poteva decollare. L’interesse economico deve essere unitario: da uno sviluppo del meridione può guadagnare anche il settentrione”. Sul palco, poi, sono saliti anche il giudice emerito Sabino Cassese ed i professori Giannola, Viesti, Galasso, Calise, Galli Della Loggia; seguiti, nella seconda giornata, dagli imprenditori Manuel Grimaldi, amministratore delegato del gruppo Grimaldi, Ivan Lobello, presidente di Unioncamere, e Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria. Chiusura dei lavori affidata a Matteo Renzi: il premier ha tirato le somme dei mille giorni del governo e ha tracciato le linee per il futuro, un futuro che non potrà prescindere dall’esito del referendum costituzionale.

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