Diciotto anni non sono bastati a cancellare la memoria di Massimo Troisi.  L’attore partenopeo, tra i grandi del cinema italiano, resta nel cuore del suo pubblico. Troisi ha portato sul grande schermo la napoletanità vera, mandando in soffitta lo stereotipo da cartolina fatto di pizza, sole e mandolino. Ironico, comico, pungente, malinconico, mai triste, Troisi ha lasciato un’eredità che non può essere raccolta, perché unica era la sua arte, unico il personaggio. C’era poi l’uomo Massimo, quello che la sorella, Rosaria, ha raccontato nel libro ‘’oltre il respiro’’, presentato a Castel Baronia nel chiostro di Santo Spirito all’interno del premio letterario  dal titolo ‘’Le radici poetiche del linguaggio subalterno’’. Cioè quel dialetto che Troisi ha reso accessibile a tutti. E stupisce, diciotto anni dopo, come il pubblico non abbia mai dimenticato, non solo l’artista, ma neanche l’uomo. Al premio il presidente della Repubblica ha fatto recapitare una propria medaglia di rappresentanza che ha inorgoglito i promotori dell'iniziativa e il sindaco Carmine Famiglietti.