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L'oro d'Irpinia, De Luca: "Il nostro olio è magnifico, va valorizzato"

"In Puglia sono stati bravissimi, coltivatori e produttori hanno fatto squadra e hanno fatto un’operazione di marketing di un ottimo livello, buono e non ingannevole, sono stati bravissimi a comunicare"

Quando l’autunno bussa alle porte dell’Irpinia, questa terra affascinante si trasforma in un vero e proprio spettacolo naturale. Nell’aria c’è un profumo che sa di fuoco e di terra, un’essenza unica che preannuncia uno dei periodi più importanti per il nostro territorio: l’autunno in Irpinia è un momento importante, un rito antico che si ripete ogni anno, ricco di significato e tradizione, le colline sono animate dal lavoro degli agricoltori, impegnati in uno dei cicli più vitali della produzione agricola: la raccolta dei frutti da cui nasceranno alcuni dei prodotti più pregiati dell’area: l’olio e il vino. La tradizione si fonde con la modernità: le mani sapienti dei contadini si affiancano alle macchine moderne, ma in molti angoli si mantiene il metodo manuale, simbolo di un legame profondo con la terra. Ogni oliva raccolta porta con sé il sapore del territorio e l’olio extravergine che ne deriva è considerato uno dei più puri e apprezzati non solo in Italia.

Sono al telefono con Claudio De Luca, Tecnico ed Esperto Assaggiatore d’olio d’oliva con cui ho avuto il piacere di chiacchierare sul tema: la prima riflessione riguarda proprio il quantitativo di olive raccolto quest’anno, Claudio spiega che gli uliveti pugliesi sono particolarmente scarichi, gli approvvigionamenti di olio in esaurimento e ciò determina un aumento notevole dei prezzi e purtroppo non è una buona annata nemmeno per la Spagna.

Guardando all’Irpinia, Claudio confida che la produzione d’annata è discreta ma sostiene ci una problematica che riguarda sia le tecniche di raccoglimento delle olive sia il tema della manodopera che è sempre più faticoso ricercare.

L’olio di Ravece, è una varietà speciale, quali sono le zone di produzione e cosa lo rende così caratteristico?

“I Comuni dove si produce questa qualità singolare di olio sono tutti quelli dell’Alta Irpinia ma su questo argomento vorrei fare un’osservazione: bisogna iniziare seriamente a riflettere sul cambiamento climatico da cui i nostri comuni non sono assolutamente risparmiati, a mio avviso sarebbe necessario ridisegnare i confini, ampliando l’area dove si possa ritenere possibile produrre questa varietà. Quest’olio è magnifico, l’olio di ravece è ricco di vitamine, ha qualità curative, quasi la potenza dell’ibuprofene".

I social, le pubblicità, sulle riviste e sui giornali si parla moltissimo di cucina ma in quanti dedicano attenzione alle materie prime, quanta consapevolezza c’è nei consumatori sulla scelta dell’olio?

“Non c’è assolutamente consapevolezza, nella maggior parte dei casi sulla grande distribuzione sono presenti dei prodotti che presentano grandissimi difetti. L’olio non è considerato un elemento essenziale e non c’è ricerca e consapevolezza della qualità nei consumatori. Purtroppo l’aumento dei prezzi è un fattore che influenza ulteriormente i criteri di scelta dell’olio".

Claudio quale è il range di prezzo dell’olio oggi?

“Ad oggi il valore dell’olio per litro all’ingrosso può variare dai 10 ai 12 euro, la vendita al pubblico parte dai 14 euro. Questi valori sono approssimativi ma soprattutto destinati ad aumentare”.

Quali azioni sono indispensabili per favorire lo sviluppo del nostro territorio e promuovere i nostri prodotti?

“In Puglia sono stati bravissimi, coltivatori e produttori hanno fatto squadra e hanno fatto un’operazione di marketing di un ottimo livello, buono e non ingannevole, sono stati bravissimi a comunicare il loro territorio. Anche il nostro territorio è straordinario, siamo meno bravi a fare squadra e non tutti comprendono l’importanza della comunicazione. Basti pensare che nonostante l’Italia sia il secondo produttore di olio al mondo dopo la Spagna, l’unica manifestazione sull’olio extravergine , Olio Capitale, non è conosciuta nemmeno dagli addetti ai lavori, a differenza di un evento internazionale come il Vinitaly".

Ancora una domanda, quali sono i frantoi meritevoli di menzione e che meritano una visita accompagnata da degustazione?

"L’Irpinia pullula di frantoi, prediligono tutti la lavorazione a freddo e a ciclo continuo, metodi che favoriscono e garantiscono la conservazione delle proprietà organolettiche. Il Frantoio Barbieri a Paternopoli è una bellissima realtà così come il frantoio FAM a Venticano. Anche io sono un produttore, il mio olio si chiama Coevo: contemporaneo perché l’olio va consumato entro l’anno ed extravergine”.

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