NAPOLI – La riforma costituzionale, e di conseguenza il referendum, non è un affare politico. Non solo. Fino al 3 dicembre, giorno che precede il voto sul quesito referendario, si parlerà moltissimo della forma e della sostanza della consultazione relativa alla riforma Boschi, ma raramente lo si farà dal punto di vista storico. Lo si è fatto ieri nell’aula Pessina della Facoltà di Giurisprudenza della Federico II di Napoli grazie al convegno organizzato dal professor Salvatore Prisco, ordinario di Diritto pubblico comparato, e intitolato Morte o trasfigurazione di una Costituzione? La Costituzione italiana del 1948 e le sue prospettive nel giudizio degli storici.
Alla base di un incontro con questa insolita prospettiva, la convinzione che uno sguardo più ad ampio raggio, che investa anche il passato e le circostanze che hanno condotto al presente, metta in risalto radici e nodi problematici delle scelte di fondamentale rilievo che stanno per essere compiute nel presente e che determineranno il futuro. A discuterne, oltre al vulcanico organizzatore, c’erano figure di assoluto rilievo come Aurelio Cernigliaro, professore di Storia della Giustizia; Paolo Pombeni, professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Bologna; Paolo Macry, professore ordinario di Storia Contemporanea; Enzo Fimiani e Massimo Togna, autori del libro ‘Le Costituzioni italiane’.
Elisa Manacorda
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