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Aree interne, il presidente della Repubblica Mattarella scrive ai Vescovi

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Da tempo l’Arcidiocesi di Benevento guidata dal vescovo Felice Accrocca insieme ad una folta delegazione di vescovi del sud si occupano del rilancio delle aree interne e in occasione della due giorni forum il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inoltrato una missiva.

"La questione dei cittadini – scrive il presidente Mattarella - che vivono nelle cosiddette aree interne del Paese e isole minori, è da tempo un grande argomento nazionale.

Su quasi ottomila Comuni, oltre quattromila ricadono in esse.

È un problema che riguarda un quarto dell’intera popolazione italiana.

È un tema dei diritti dei cittadini che vi risiedono e un tema di sottoutilizzo delle risorse che quei territori hanno sempre espresso e possono esprimere.

Un patrimonio di persone e luoghi che non possiamo arrenderci a vedere deperire o, peggio, scomparire.L’attenzione che il Forum da tempo porta a questa condizione e che la Chiesa cattolica ha sollecitato, anche recentemente, con la lettera aperta a Governo e Parlamento, è meritevole di ogni considerazione.

Nel processo di sviluppo indotto dalla Repubblica, grande rilevanza ebbe il programma diretto a colmare i divari, con la politica rivolta a sostegno delle aree depresse. Si propone oggi una questione di analogo spessore: ogni regione si trova  con realtà in cui la distanza di centri abitati da servizi come quelli sanitari e di istruzione superiore, aggravata dalla carenza di trasporti pubblici adeguati, creano condizioni di progressivo spopolamento e abbandono che espongono i territori a ogni calamità.

La ricchezza di energie umane e il valore di risorse che, così, vengono meno, minacciano parte significativa dell’identità irrinunciabile di un Paese policentrico, in cui ciascun luogo testimonia cultura, materiale e immateriale, in cui ambiti preziosi verrebbero ineluttabilmente condannati all’oblio.

È giunto il momento di una riflessione che faccia giustizia di quel luogo comune secondo il quale il diradarsi  della popolazione comporta necessariamente rarefazioni di servizi e abbandono di infrastrutture come quelle delle ferrovie locali.

È il contrario: il venir meno di supporti alla convivenza locale, nella sua dimensione civile ed economica, spinge e aggrava la marginalizzazione dei centri minori che, pure, durante la pandemia e in funzione del crescere della digitalizzazione, hanno potuto conoscere significative rivalse, a conferma del ruolo che possono svolgere.

Confidando che il dibattito rechi utili contributi  su questa grande sfida, invio auguri di buon lavoro".

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