Tutti in casa, ce lo chiede il senso civico. Tutti in casa. Nonni, figli, genitori. E dopo un'intera mattinata trascorsa tra smartworking, faccende di casa e compiti da far fare ai propri figli, che appesantiscono non di poco la "forzosa" permanenza domiciliare, decidiamo nel pomeriggio di riposarci un po’. Si accende la tv, tutti insieme, lo schermo si sintonizza sulla Rai e tutto ci si aspetterebbe tranne che anche Mamma Rai decida di propinare un tiro mancino a questi poveri genitori. Eppure è così. Sugli schermi Rai, in piena fascia protetta, si parla di transessualità, interventi chirurgici per cambiare sesso, dolori emotivi profondi e difficilmente spiegabili. Tutte tematiche in alcun modo adeguate a quella fascia oraria. Partono inevitabili le domande dei bambini, che incuriositi chiedono lumi a genitori che forse non ritengono quello il momento giusto per parlarne, non ritengono giusta l'età dei propri figli per conoscere. Insomma, la nostra televisione nazionale ha commesso una grave leggerezza, imperdonabile ancor di più in questo momento storico, in cui ci si aspetta viceversa un supporto. Violando il senso profondo della sua funzione informativa che dovrebbe avere, si è intromessa nelle case degli italiani con una violenza disarmante, in spregio alla funzione educativa che compete principalmente alle famiglie, con il pericolo di nuocere addirittura alla sua integrità psichica e morale.E' forse il caso di ricordare a Mamma Rai che quando la libertà di informazione, si contrapponga ai diritti del bambino, si applica il principio di cui all’art.3 della Convenzione ONU, secondo cui “i maggiori interessi del bambino/a devono costituire oggetto di primaria considerazione”. Lo dichiara la Sen. di Forza Italia, Sandra Lonardo.