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Progetti e fondi per le aziende della ceramica, Lonardo fa appello al Ministro: Rivedere il bando

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“Il bando per la realizzazione di progetti destinati al sostegno e alla valorizzazione dell’attività nel settore della ceramica artistica e tradizionale e della ceramica di qualità presenta alcuni aspetti che a mio giudizio andrebbero chiariti”.

Così la senatrice Sandra Lonardo. 

“Per esempio, le spese ammesse a finanziamento sono 80% per acquisti effettuabili unicamente dal 17 maggio al 30 giugno!

Pertanto viene spontaneo chiedersi: quanti sono i ceramisti nel nostro Paese, che, in questo momento storico, post pandemia ed in tempo di guerra, con tutte le difficoltà che essa sta comportando, hanno la disponibilità economica per anticipare tali spese, per poi sperare di recuperare?

E soprattutto perché si chiede di anticipare entro 45 giorni per acquisto attrezzature? Qualche dubbio lo solleva anche lo scorrimento della graduatoria mediante PEC.

Cosa accadrebbe se dovessero esaurirsi i 5 milioni di fondi previsti? Chi rimborserebbe coloro che restano fuori?

Da quel che si evince, a queste persone rimarrebbero solo le fatture da pagare. Ma non sarebbe stato più giusto suddividere i fondi tra le Città della Ceramica in proporzione alle aziende che operano su quel territorio? 

Sarebbe stato il modo migliore per fare un bando equo, con un occhio rivolto alle opportunità. Pensiamo soprattutto a chi è più debole, a chi vanta un’antica tradizione artigiana ma non è tecnologico.

Ma è possibile che in un momento del genere, durante il quale non si riescono a pagare neppure le bollette dell’energia elettrica e si chieda agli artisti di acquistare attrezzature per poter avere un contributo?

Se avessero proposto di acquistare con la quota capitale una parte delle attrezzature, sarebbe stato molto più corretto.

Non vorrei stessimo correndo il rischio di appostare un altro pacchetto di fondi per i cosiddetti “finti ceramisti”, tenendo fuori chi davvero fa questo mestiere per vivere e lo tramanda di generazione in generazione.

Mi riferiscono che ci sono realtà delle aree interne dove diversi artisti hanno chiuso i laboratori in attesa di ripartire con l’aiuto delle sovvenzioni.

Si era creata una grande aspettativa intorno a questi finanziamenti, invece dopo aver letto il decreto che istituisce l’avviso, sono rimasti tutti delusi.

Mi auguro ci sia il tempo per rimediare, e per questo rivolgo il mio accorato appello al Ministro Giorgetti, uomo di grande sensibilità e disponibilità, per chiedergli di intervenire e semmai rivedere alcuni dettagli del bando.

Spero che qualcosa possa ancora cambiare per evitare di varare il solito pastrocchio in salsa italiana, che rischia di pregiudicare una categoria tra le più colpite dalla crisi. Contestualmente, ho già avuto modo di interloquire con il presidente dell‘Intergruppo Parlamentare “Città delle Ceramiche” (di cui mi onoro di far parte) on.le Cassese, che essendo molto preoccupato per quanto successo, sicuramente, nelle prossime ore, unitamente all’intergruppo, e interagendo con il Mise e con il Ministro, metterà in campo quanto necessario per cercare di trovare soluzioni adeguate per venir incontro alle reali esigenze di un comparto che aspetta attenzioni”.

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