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Sannio

Vuole i soldi, offende e minaccia di morte la madre che finisce anche al Pronto Soccorso

POLIZIA ARIANO

Alle prime luci del mattino il personale della Squadra Mobile di Benevento ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione delle misure cautelari dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ulteriore divieto di dimora nel comune di San Nicola Manfredi, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Benevento nei confronti di un trentenne.

E' gravemente indiziato di maltrattamenti in danno della madre.

In particolare, l’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, trae origine dalla querela sporta dalla persona offesa nei confronti del figlio a fronte delle ripetute ingiurie quotidiane dallo stesso ricevute, volte ad offenderne la persona e a screditarne anche il ruolo di donna, nonché a fronte delle reiterate richieste di denaro avanzate nei suoi confronti.

Secondo l’accusa avrebbe minacciato anche di morte la madre, facendole persino trovare in una occasione un coltello da cucina con lama seghettata all’interno della doccia.

Avrebbe manifestato di continuo il proprio atteggiamento prevaricatore nei confronti della madre, tanto da intimorire la persona offesa e costringerla a rinchiudersi nella propria camera da letto pur di non incontrare il figlio nei luoghi comuni dell’abitazione in cui vivevano.

“Le dichiarazioni della persona offesa – spiega il procuratore f.f. della Repubblica di Benevento Gianfranco Scarfò - trovavano altresì riscontro in quelle rese dal marito e della sorella nonché nella documentazione sanitaria prodotta dalla persona offesa, che era dovuta ricorrere più volte al Pronto Soccorso per patologie acuitesi a causa dello stato di ansia e timore cui l’aveva costretta il figlio.

Alla luce dell’attività investigativa espletata con tempestività dalla polizia giudiziaria, valutata la fondatezza del compendio probatorio raccolto a sostegno delle dichiarazioni della denunciante e condivisa la valutazione prospettata dal P.M., il G.I.P. ha ritenuto che ricorressero le esigenze cautelari, considerata la gravità dei fatti contestati all’indagato ed il pericolo di reiterazione di reati della stessa specie nei confronti della persona offesa.

La misura oggi eseguita è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva”.

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