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Avellino, torna ''Sportdays'': presentata l'edizione 2012

Il presidente del Coni di Avellino, Giuseppe Saviano, è intervenuto così alla presentazione dell’evento ‘Spotdays’ 2012: “ Sono convinto che un Ente che rappresenta l’organizzazione di una parte del tempo libero, e non, della maggioranza dei cittadini (sono circa trenta milioni, in Italia, coloro che svolgono, nelle forme più diverse, attività sportiva) abbia il dovere di osservare con attenzione ciò che avviene sul territorio ed assicurare la sua presenza, anche dove può essere utile a migliorare la qualità della vita, là dove permangono situazioni di disagio od ove dare il proprio piccolo contributo in momenti essenziali di solidarietà. È un Coni che non guarda soltanto ai campioni ma, anche e soprattutto, ad una corretta metodologia delle attività motorie che preveda, in particolare, la promozione di una cultura sportiva gestita da persone competenti ed esperte, che sappiano indirizzare verso i valori etici e verso  la promozione sociale. Non è un caso che il Coni nazionale abbia lanciato il progetto di Alfabetizzazione Motoria che prevede un’attività fisica svolta da laureati in Scienze Motorie inoccupati i quali seguono rigorosamente dei programmi didattici che bandiscono la specializzazione precoce e, nel contempo, costruiscono le basi per una vera cultura motoria. Tale progetto, grazie al Coni, al Miur Nazionale ed alla amministrazione Provinciale di Avellino, unica in Campania ad aver cofinanziato il progetto, è stato potenziato nella provincia di Avellino, coinvolgendo oltre tremila alunni delle scuole primarie. È questo anche il senso della bellissima mostra fotografica che ha come filo conduttore l’atleta che svolge la sua attività sportiva quotidiana  da imitare e non il campione da emulare. Tutto ciò, naturalmente, è ancora poco rispetto ad un’organizzazione delle attività sportive che dovrebbe coinvolgere ogni luogo della nostra provincia attraverso, a mio avviso, l’organizzazione di polisportive di bacino, in grado di dare delle risposte concrete agli appassionati di tutte le discipline. Paradossalmente, però, pare che si stia andando in una direzione opposta a quella degli interessi e del diritto allo sport, con competenze appropriate, di tutti i cittadini della Penisola. Va sottolineata, inoltre, la preoccupazione per alcuni decessi avvenuti sui campi di gioco. Qualcuno, invece di dare delle risposte propositive ed un richiamo al rispetto  della normativa esistente (una delle più avanzate al mondo, che prevede l’obbligatorietà della certificazione medica per tutti gli sportivi, dilettanti o professionisti  che siano), ha solo ritenuto opportuno di strumentalizzare i tristi eventi occorsi . Sarebbe più logico ed ortodosso rimarcare il profilo preventivo ed il potenziamento dei centri di medicina sportiva, piuttosto che gridare al “ feticcio defibrillatore” che, pur essendo utile ed essenziale in alcune circostanze, non credo possa rappresentare la risoluzione di alcune silenti e subdole miocarditi, presenti, comunque, in ogni tipo di attività quotidiana. Un’altra riflessione va resa sui due mali principali di cui soffre lo sport e sui quali abbiamo, purtroppo, una vasta e copiosa letteratura: il doping, medico ed economico, e le scommesse sportive. Una maggiore attenzione, affinché si comprenda meglio l’evoluzione della nostra società, va prestata ai diversi profili dell’integrazione etnica e sociale, molto spesso gestita male, così dimenticando la nostra storia ed i valori di giustizia sociale e solidarietà”.

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