Comincia ad esserci grande curiosità nell’ambiente del basket e tra i tifosi avellinesi per quello che sarà il futuro della squadra. Sacripanti ha salutato usando inevitabilmente parole d’amore nei confronti della squadra e della piazza. D’altronde il triennio in biancoverde lascia una sensazione ed un bilancio positivo, anche se all’esito della gestione dell’allenatore canturino non sono arrivati trofei in bacheca. Più divertimento e bel gioco che risultati concreti dunque, ma il triennio appena passato in archivio con i saluti reciproci dei protagonisti va senza alcun dubbio inserito tra i cicli migliori della Scandone. Ora però sarà tempo di rifondare. E di comprendere come la società vorrà procedere anche all’allestimento della squadra. Negli ultimi anni Avellino ha sempre assistito alle partenze eccellenti di giocatori di grande spessore, che si erano ben comportati durante il campionato. Gli esempi di Nunnally e Ragland su tutti sono ancora un ricordo vivo. Quest’anno a fare la parte del leone è stato Jason Rich, ed è proprio su di lui che si concentrano le attese, per capire se resterà ancora una stagione in biancoverde. Allo stesso modo ci si interroga sul futuro dei tanti campioni reclutati anche in fase finale di stagione, come Renfore ed Auda. E’ ovvio pensare che tra i tanti giocatori che la società ha tesserato, anche per far fronte alla sequenza infinita di infortuni, ci sia necessità di uno sfoltimento, ma non è chiaro ancora su che fronte di cessioni si giocherà. Fondamentale sarà, per giungere a qualcosa di concreto, individuare prima il nuovo allenatore, che guiderà il nuovo corso della Sidigas, con una programmazione quantomeno biennale, per poi stabilire se si dovrà rivoluzionare la squadra oppure ripartire dalle certezze che alloggiano attualmente in casa biancoverde.
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