Archiviato il grande successo contro il Bari, la squadra biancoverde ritorna al lavoro. Ripresa degli allenamenti, ieri, con due sedute di lavoro al Partenio-Lombardi, mattina a porte aperte, nel pomeriggio a porte chiuse. Portieri impegnati, in mattinata, con il preparatore Dei sul manto erboso, mentre il resto della squadra si è diviso tra palestra e piscina. Nel pomeriggio, la squadra, divisa in due gruppi, ha svolto esercitazioni tattiche a campo ridotto. Indisponibile Visconti, differenziato per Vergara, mentre il centrocampista Sbaffo è uscito anzitempo a causa di un risentimento muscolare all'adduttore destro, da verificare nelle prossime ore. La squadra prepara la difficile trasferta di lanciano, squadra sempre pericolosa, che gioca un calcio molto offensivo e sfrutta molto le ripartenze. Certamente il tecnico dei biancoverdi Rastelli cercherà di mettere a punto nel migliore di modi la difesa, per evitare imbucate facili e brutte sorprese. Nonostante la grande pressione e la tensione emotiva in vista del prossimo match di campionato, i biancoverdi non perdono certamente l’occasione per proseguire il proprio discorso di impegno in ambito sociale. Sul sito ufficiale del club l’annuncio di una iniziativa della squadra: “Il tema dell'integrazione sociale – si legge nel comunicato - è di strettissima attualità. Non soltanto nel confronto fra diverse culture ma, anche, per tutte quelle persone che vivono ai margini di una comunità. A loro viene dedicato il quinto e ultimo appuntamento di “Un Giorno per la Nostra città” in occasione del quale centinaia fra atleti, tesserati e staff tecnici della Serie B dedicano, mercoledì 11 marzo, insieme al proprio territorio, la loro giornata ai temi legati all'esclusione. Una delegazione di calciatori e tesserati dell’A.S. Avellino, farà visita al centro di accoglienza villa Ca Reza di Mercogliano dove la cooperativa che si occupa dell'accoglienza ha in carico circa 180 persone in provincia, ragazzi tra i 18 e i 25 anni, provenienti soprattutto da Gambia, Pakistan, Mali e Senegal, e tutti richiedenti asilo, giunti in Italia con gli sbarchi tra luglio e settembre. Un gesto piccolo ma significativo da rivolgere ai meno fortunati, ma anche l’occasione di far venire alla ribalta le realtà come quella della Ca Reza, che spesso operano tra mille difficoltà e con assolutamente scarsa visibilità.