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Bruno lascia la panchina del Grotta: «Qui ambiente poco sereno»

La notizia ha sconvolto un po’ tutti. Dopo una preparazione estiva curata nei minimi dettagli, dopo diverse amichevoli con squadre di categorie superiori in cui il Grotta 1984 ha ben figurato e dopo le due vittorie consecutive nei primi due incontri di Coppa Italia, nessuno si aspettava un cambio di allenatore al primo passo falso. Invece la scossa c’è stata e si è sentita dentro e fuori dal campo. La sconfitta interna contro il Ponte nella prima giornata di Campionato ha fatto esplodere tutte le contraddizioni all’interno dello spogliatoio. È raro vedere un cambio nella panchina dopo una singola partita, dopo la prima sconfitta. Ad Avellino non è successo, a Grotta si. Ci è sembrato opportuno, quindi, intervistare l’allenatore Michele Bruno per farci spiegare i retroscena di questo passaggio così delicato nella sua carriera. 
«Gli addetti ai lavori – esordisce - nel momento in cui sapranno le motivazioni che mi hanno portato a prendere questa decisione, mi apprezzeranno. Sono molto sereno e ho spalle abbastanza larghe. Avevo accettato con grande entusiasmo questa sfida ma purtroppo la società non ha avuto la forza di punire alcuni giocatori e ho preferito mollare. Vado via con la certezza di aver fatto tutto il possibile per non compromettere il campionato del Grotta».
 Con l’eleganza che lo contraddistingue il mister ci svela i vari passaggi che l’hanno portato alla rottura con la squadra e con la società. «Nelle partite di precampionato  -spiega- la squadra ha dimostrato di essere di grande livello e ha giocato bene, ma da subito ho fatto notare alla società atteggiamenti di alcuni giocatori che non mi piacevano. Dopo tanti anni di esperienza nei campi riesco a capire quando un calciatore sta dando il massimo e ho subito notato che qualcosa non andava. La società ha investito tanto su alcuni giocatori e ha preferito non prendere posizione. Sarà il tempo a dirci se la scelta dei dirigenti sia stata giusta o sbagliata. Io ritengo che quanto avvenuto negli spogliatoi crei un precedente pericoloso e destabilizzante». 
L’allenatore non fa nomi ma è chiaro che i giocatori a cui si riferisce siano quelli che militano già dall’anno scorso nella compagine giallorossa, i cosiddetti senatori dello spogliatoio. «Ho subito constatato – continua Bruno- che gli atteggiamenti poco professionali di questi elementi erano volontari, premeditati e pilotati. L’ obiettivo era quello di autogestirsi o  in alternativa di farsi gestire da qualcun altro». Secondo Bruno far gestire la squadra a dei calciatori non porta lontano e, quindi, lancia un appello alla tifoseria del Grotta. «I tifosi – dice- sono stati prima messi da parte e poi addirittura presi in giro da chi furbescamente va ad esultare sotto la curva dopo ogni goal.  La rosa è forte e potrà tranquillamente vincere domenica a Sant’Agata dei Goti e nelle successive sfide di campionato. Parliamo della squadra della mia città. Io sono legato al mio paese e ai colori della maglia quindi dai tifosi mi aspettavo qualche presa di posizione. Se la tifoseria si accorge che all’interno del gruppo c’è qualcuno che rema contro, ed era chiaro che le cose non girassero per il verso giusto, doveva far sentire la propria voce, doveva protestare. Questo non è avvenuto e ne sono un po’ rammaricato. Spero comunque che tutto l’entusiasmo che si è creato in questi anni a Grottaminarda non finisca in una bolla di sapone. Dispiacerebbe un po’ a tutti».
Archiviata l’esperienza con il Grotta 1984, Bruno non resterà a casa e continuerà a lavorare nello stadio comunale e a gestire la sua scuola calcio che da oltre un decennio è tra i più importanti vivai della Campania. «Con la scuola calcio Azzurra –puntualizza- ho tirato fuori grandi campioni. Ho sei ragazzi che militano nelle giovanili del Benevento, quattro ad Avellino, tre a Foggia e uno a Bologna. In questi anni io e i miei collaboratori abbiamo tirato fuori grandi campioni che ambiscono a categorie superiori alla Promozione. Se dovesse capitarmi un’altra occasione in un ambiente sereno che mi dia la possibilità di lavorare accetterò, ma non ho fretta perché non devo dimostrare niente a nessuno». Un ultimo pensiero l’ormai ex allenatore del Grotta lo riserva al  mister Salvio Casale che ritorna dopo solo due mesi di assenza sulla panchina della Polisportiva. «A Salvio Casale, persona squisita, molto corretta ed educata, ho fatto i complimenti per il campionato strepitoso dell’anno scorso. Gli rinnovo i miei auguri e spero che trovi un ambiente tranquillo e che sia messo nelle condizioni di lavorare in modo dignitoso. Spero che con lui la squadra raggiunga tutti gli obiettivi stagionali». 

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