Rastelli resta al suo posto, anche se Taccone non è affatto contento dell’operato del suo allenatore. Nel corso di una intervista rilasciata ad una emittente avellinese, il presidente dell’Avellino ha chiarito alcuni concetti importantissimi. Il primo è che anche all’interno dell’ambiente biancoverde continua a circolare un interrogativo che sta tartassando in questi giorni la tifoseria intera: cosa sta succedendo alla squadra? Il fatto è che a questa domanda non si trova risposta. Probabilmente qualcosa è successo a livello fisico e mentale, cerca di trovare una risposta il presidente. Ed allora, conseguentemente alle affermazioni di Taccone, bisogna rimarcare che a questo punto, cioè ad una manciata di giornate dalla fine della stagione regolare e con i play off in bilico, sarebbe forse opportuno dare una sterzata decisa: una scossa, con un richiamo di preparazione, auspicato, sembra, dallo stesso numero uno del sodalizio biancoverde, e con un confronto sereno per superare anche eventuali ostacoli di ordine mentale. Di certo c’è un fatto: la gara di domenica contro il Pescara potrebbe essere risolutiva dello stato di confusione in cui versa la squadra. Nell’uno e nell’altro caso, ossia sia in caso di vittoria, che dunque potrebbe rilanciare ambizioni e forza interiore del gruppo, sia in caso di sconfitta, perché a quel punto probabilmente l’Avellino sarebbe definitivamente affondato. Nella dinamica dell’analisi compiuta da Taccone emerge comunque un aspetto che va letto tra le righe. Al patron biancoverde non dispiacerebbe n passo indietro da parte di Rastelli. In che ambito non lo ha ben chiarito, ma certamente potrebbe farsi riferimento alle scelte di natura tattica, sull’insistenza in un modulo che ultimamente non sta producendo frutti e che potrebbe anche lasciare spazio ad altre soluzioni già adottate in passato. Supposizioni, certo, come sono supposizioni tutte le argomentazioni che ruotano attorno a quei perché senza risposta, alle domane intorno ad un crollo improvviso quanto, sino ad oggi, apparentemente irreversibile di una squadra che fino a due mesi fa era in piena corsa per la promozione diretta in serie A.