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Eccellenza, Grotta si gioca la promozione. Parla Penta: «Un solo risultato utile. La vittoria».

Incontriamo Enzo Penta, calciatore della Polisportiva Grotta, al Vintage Cafè. Arriva all’appuntamento con tuta e scarpette da ginnastica. Ha appena finito di allenarsi con la squadra nello stesso campo in cui domenica si giocherà la partita più importante della stagione: la finale dei Play Off di Promozione. In palio c’è l’accesso al Campionato di Eccellenza. 
Enzo sarà tra gli undici che scenderanno in campo in questa impegnativa sfida contro il Casalnuovo. 
Qui in paese lo conoscono tutti. È nato e cresciuto in questi vicoli. Il ristorante gestito dai genitori è a due passi dai tavolini del bar dove ci fermiamo a chiacchierare; la sua casa dista poche centinaia di metri dal campetto dove, fino a qualche anno fa, disputava con i compagni di scuola i classici tornei rionali.
Il nostro campioncino ha 22 anni. È nato il 18 gennaio 1993. Un anno, questo, che rievoca grandi ricordi ed  emozioni calcistiche.  Enzo è un ragazzo molto socievole ed è ben integrato nella comunità. Quando non è impegnato negli studi di fisioterapia o negli allenamenti con la squadra, non è difficile ritrovarlo al bar a giocare, molto spesso a vincere, interminabili partite di calcio balilla. Nel rettangolo verde o al biliardino il suo ruolo non cambia: lui gioca in difesa… e vince.
Nonostante la giovane età, il calciatore ufitano ha già raccolto molte vittorie e soddisfazioni in giro per il Sud Italia. Nella stagione 2009-2010, a sedici anni, lascia Grottaminarda e va a giocare a Potenza con gli allievi nazionali. Nel 2010-2011, con la squadra di Benevento “Forza e Coraggio”, milita in serie D  e, dopo aver stravinto il proprio girone, arriva ai quarti di finale del torneo nazionale juniores. A fine stagione si trasferisce a Campobasso per disputare il Campionato Nazionale “Dante Berretti”, competizione calcistica organizzata dalla Lega Calcio e riservata alle squadre di serie C. Nel 2012 viene ingaggiato dal Monopoli, squadra pugliese che in quell’anno milita in Serie D. Dopo un breve ritorno a Campobasso, nella stagione 2014-2015 viene arruolato dalla Polisportiva Grottaminarda. La voglia di giocare nella propria città e il richiamo della maglia giallo-rossa sono fortissimi ed Enzo non ci pensa due volte prima di accettare l’offerta di una società ambiziosa che, rifondata nel 2011, ha già conquistato due promozioni, passando in soli quattro anni dalla Seconda Categoria alla Promozione. 
Partiamo proprio da questa scelta dettata dal cuore. Cosa si prova a scendere in campo con i colori della propria città?
«Il mio essere grottese in campo e fuori è quasi un’arma a doppio taglio che mi riempie di orgoglio ma allo stesso tempo mi carica di responsabilità. Grottaminarda è una piazza particolare: calorosa ma anche molto esigente. Qui non puoi scendere in campo solo per divertirti. Quando si perde, sono il primo a ricevere le critiche; quando vinciamo, invece, tutti i tifosi mi abbracciano e si complimentano con me. In realtà non sono l’unico grottese della rosa. C’è un altro giovane talento: Antonio Ciampa. Lui ha solo 18 anni e ha grandi margini di miglioramento. Gioca nella squadra juniores ma ormai è parte integrante del gruppo ed ha già disputato qualche partita con noi della prima squadra. Sono sicuro che nei prossimi anni anche lui potrà dare onore ai colori della nostra città».
Si, vero. Ma nella finalissima di domenica, in campo, ci sarà un solo calciatore grottese e quel calciatore sei tu... 
«Non sono d’accordo. Quando la nostra squadra scende in campo, diventiamo tutti grottesi. Tutti i ragazzi della Polisportiva Grotta hanno un forte senso di appartenenza alla città e alla maglia. È la nostra unione, il nostro amore per la città che ci ha portati a raggiungere questo importante traguardo che va oltre le più rosee aspettative di inizio stagione. La nostra squadra è una neopromossa avendo vinto solo lo scorso anno il Campionato di Prima Categoria. Il nostro gruppo era stato costruito per stare nella parte alta della classifica e la massima aspirazione era l’accesso ai play off. Nessuno di noi pensava di potersi  ritrovare a disputare la finalissima in casa, come miglior seconda in assoluto a livello regionale, dopo un campionato concluso con 10 punti di distacco dalla terza».
Quando avete capito di poter giocare per la promozione in Eccellenza? 
«A dicembre, quando alla fine del girone di andata ci siamo ritrovati secondi. È stato in quel momento che ci siamo resi conto di avere una marcia in più rispetto alle dirette inseguitrici. Il campionato si era già trasformato in una sfida a due tra noi e il Montesarchio. Per qualche settimana abbiamo anche sperato di poter vincere il Campionato ma dopo la sconfitta in trasferta, proprio a Montesarchio, ci siamo dovuti arrendere e abbiamo cominciato a dosare le forze e a prepararci mentalmente e fisicamente a questa partita». 
Ecco. La Polisportiva Grotta, grazie all’ottimo campionato disputato, si prepara a giocare la finalissima in casa, avendo a disposizione due risultati utili su tre…
«Se scendi in campo per pareggiare la partita, tanto vale guardarla dagli spalti. Se ti chiudi in difesa, prima o poi un goal lo prendi. Noi abbiamo preparato la partita per vincere. Siamo tutti concentrati. Abbiamo un solo risultato utile: la vittoria». 
L’allenatore cosa ti ha trasmesso? Quanto c’è di suo in questa stagione dei record?
«L’allenatore è molto preparato, sa quello che vuole e sa come ottenerlo. Il suo è un ruolo importantissimo e tutti noi giocatori gli dobbiamo molto. Siamo cresciuti tanto nel corso della stagione. Ci ha trasmesso cattiveria, grinta e voglia di emergere. Con lui abbiamo imparato a  vincere non solo  per noi stessi ma per tutta la squadra. Ci ha trasmesso il rispetto per gli avversari e per il pubblico che ci segue». 
Il vostro avversario è il Casalnuovo, arrivato quinto nel proprio girone. Vi spaventa o vi ritenete fortunati ad affrontare in casa una squadra che viene da una stagione meno entusiasmante della vostra?
«Non siamo né spaventati né sottovalutiamo questo avversario. Noi siamo consapevoli dei nostri mezzi e della nostra forza. Sicuramente c’è rispetto per questa squadra ma se giocheremo come siamo abituati a fare non ce ne sarà per nessuno».  
Domenica si prevede il tutto esaurito sugli spalti. Tutti gli occhi della città saranno puntati su di voi.
«Negli ultimi mesi c’è stato un grande avvicinamento del pubblico alla squadra. Mi ha colpito molto vedere, partita dopo partita, molte persone, anche adulte e non appassionate di calcio, venire allo stadio. Ho visto comparire sugli spalti anche gagliardetti e bandiere risalenti agli storici anni ‘90. La vecchia guardia ha ripreso a sognare dopo lunghi anni di depressione dovuti alla militanza delle varie compagini grottesi in serie minori come la Seconda e Terza Categoria.  Il paese sta rispondendo bene. Anzi, approfitto della possibilità che mi viene concessa per dire grazie a tutti quelli che fino a questo momento ci sono stati vicini e hanno creduto in noi. Non li deluderemo. Ai tifosi e a tutti grottesi chiedo un ultimo sforzo. Abbiamo bisogno di tutto il calore del pubblico per riportare a Grottaminarda l’Eccellenza, per realizzare un sogno che stiamo coltivando da mesi». 
Qual è il tuo rapporto con la tifoseria?
«Sono miei amici. Quando sono fuori dal campo divento uno di loro. Tra noi giocatori e i tifosi si è creato un legame viscerale: siamo un’unica squadra.  Abbiamo un nostro ballo catartico, liberatorio, che mettiamo in scena alla fine di ogni partita. Serve sia a noi che a loro per scaricare la tensione. Noi della squadra ci divertiamo come matti a cantare e ballare con i tifosi. Domenica sarà un piacere festeggiare con loro fino all’alba». 
Lo sai che in caso di sconfitta saresti costretto non solo a cambiare squadra ma anche residenza? Hai già pensato, nel caso, a un posto in cui poterti nascondere? 
(Ride). «Non posso considerare neanche l’ipotesi di una sconfitta. Nel calcio ci può stare una sconfitta ma non in una partita così importante, non questa domenica. Non voglio neanche prendere in considerazione l’ipotesi. Non esiste. Domenica vinciamo». 
Erminio Merola

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