Salvarsi era l’obiettivo. E la salvezza è arrivata. Non anche la vittoria, che al Partenio Lombardi resta ormai un tabù per l’Avellino. Una squadra quella di Tesser che ha finalmente potuto liberarsi la mente da qualsiasi pressione in vista degli ultimi passi di una stagione che non può che passare in archivio come quella più strana e difficilmente decifrabile degli ultimi anni. Certamente il pari contro il Como non è un risultato esaltante, ma, come lo stesso Tesser ha sottolineato, l’importante era salvarsi, e poco importa se lo si è fatto con un pareggio contro il fanalino di coda del campionato cadetto, già retrocesso in Lega Pro, piuttosto che con una vittoria. Tesser che non sa se resterà ad Avellino o meno, ma che a sensazione sembrerebbe destinato ad altri lidi, si prende la rivincita dopo l’esilio. Tre risultati utili per salvare l’Avellino, lontano dalla velleità di ridare un gioco ad una squadra che ad un certo punto ha rischiato davvero il tracollo. L’Avellino che ambiva ai playoff si accontenta di pensare che poteva anche andare peggio. Troppo poco per una tifoseria che aveva intravisto la possibilità di fare il balzo definitivo nel calcio che conta. Troppo poco anche per chi aveva trovato la quadratura del cerchio con un attaccante, un certo Trotta, finito a fare la comparsa al Sassuolo, e che si era rivelato determinante non solo in zona gol, ma anche per il gioco della squadra. Sarà per l’anno prossimo. Per il momento si può solo dire “meno male”.
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