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Lpa, week end senza gare all'insegna della riflessione

La squadra arianese sembra incapace di vincere anche davanti al pubblico amico, che è sempre stato l’arma in più delle leonesse. Sotto osservazione l’aspetto fisico e mentale della squadra, mentre perde quotazioni il tecnico Leonetti.

Lpa

La formula del girone con numero dispari di squadre costringe allo stop la formazione arianese, che però stavolta sembra salutare con favore la pausa imposta dalla formulazione del girone. Molti i punti su cui soffermare considerazioni e idee. Innanzitutto va fatto il punto su una situazione fisica che non trova spiegazioni. A fronte di una squadra che negli anni passati non ha patito mai grossi infortuni, gli acciacchi fisici sembrano essere divenuti ormai all’ordine del giorno. L’ultimo in ordine di tempo, quello occorso a Valentina Maggi a poche ore dal match contro La Spezia. Un forfait forse decisivo che ha scombussolato i piani di coach Leonetti e messo in difficoltà il tecnico per l’allestimento della squadra. Non si era dunque fatto in tempo a recuperare capitan Ferazzoli che una nuova tegola è stata servita sul piatto della squadra arianese. Chiaro che il sospetto di tanti infortuni vada nella direzione di una preparazione estiva sbagliata. Questa settimana di stop potrebbe essere anche utilizzata per operare una sorta di richiamo alla preparazione, così cercandosi di evitare il più possibile che gli acciacchi continuino a funestare il campionato delle arianesi. Seconda considerazione da svolgere: la gestione nervosa dei match non appare ideale in un gruppo che dovrebbe avere la giusta maturità per affrontare la categoria. Mentre in occasione della trasferta di Ragusa la sconfitta maturata nel finale aveva comunque lasciato la sensazione positiva di una squadra che se l’era giocata fino alla fine, lo stop casalingo nato nella gara ultima di campionato, lascia tutt’altro sapore, e consegna una squadra incapace di gestire le battute finali del match con serenità. Apprensione ingiustificata, quella che la squadra manifesta, anche perché il più delle volte l’ansia compare proprio quando le ragazze del Tricolle sono in vantaggio. Qualcuno parla di paura di vincere. Qualunque sia la causa di questo atteggiamento, una soluzione andrà trovata. Leonetti è chiamato agli straordinari, consapevole che anche lui è finito un po’ nel calderone della crisi che sta attraversando la squadra. Qualche tifoso comincia a non gradire i metodi di gioco della squadra, ed attende solo di essere smentito dai fatti. Leonetti dal canto suo appare sereno. Attende solo che la squadra riesca realmente a reagire sul campo così come da tempo chiede. Ma bisogna che l’inversione di marcia avvenga presto. Altrimenti si rischia di trovarsi invischiati in situazioni di classifica quantomeno imbarazzanti

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