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Roma-Napoli, analisi tattica delle due squadre

La seconda metà di ottobre offrirà uno spettacolo non indifferente per gli amanti del calcio italiano. Una volta archiviata la Nations League, infatti, ci si tufferà di nuovo a capofitto nel campionato, che sta delineando a poco a poco le gerarchie di quest’anno. Alcuni degli incontri che vedremo nelle prossime settimane metteranno di fronte le principali protagoniste di questo avvio di stagione, con i classici big match per i quali anche i numeri delle scommesse sportive online si sprecano. Subito dopo la sosta si giocheranno Lazio-Inter e Juventus-Roma, mentre il Napoli capolista sarà impegnato in casa contro il Torino. Nella nona giornata, invece, spiccano Inter-Juventus e soprattutto Roma-Napoli. Insomma, un palinsesto da leccarsi i baffi.

La Roma ha iniziato un nuovo ciclo eleggendo José Mourinho come guida tecnica, quando in panchina sedeva ancora Paulo Fonseca. Lo “Special One” non ama parlare molto delle proprie tattiche, ma ciò che è stato inteso finora è chiaro: il mister preferisce puntare su uno zoccolo duro di giocatori piuttosto che affidarsi più del dovuto alle seconde linee, magari per far rifiatare i titolari. Rui Patricio ha risolto il rebus dei portieri al quale non era stato trovata soluzione dopo le partenze di Szczesny e Alisson, Zaniolo sembra tornato alla grande dopo i due pesanti infortuni patiti nel 2020 e Lorenzo Pellegrini si è confermato come capitano, tra l’altro fresco di rinnovo.

La squadra giallorossa ha ritrovato una sua identità. Il 4-2-3-1 è ormai ben impresso nella testa dei calciatori. I trequartisti della Roma sono di assoluta qualità, in panchina ci sono addirittura elementi come El Shaarawy e Carles Perez che scalpitano. Il nuovo arrivato Tammy Abraham, subito gettato nella mischia come centravanti titolare, è stato piuttosto sfortunato in fase realizzativa, ma è diventato comunque un punto di riferimento imprescindibile in avanti, sempre funzionale alla manovra. L’impressione è che la Roma di “Mou” non abbia ancora dato il meglio, ma che in questi primi mesi sia riuscita ugualmente a svolgere un lavoro enorme compiendo un grosso passo avanti rispetto alle passate stagioni. Il tutto, aspettando le spinte di Spinazzola.

Anche il Napoli ha cambiato allenatore. Dopo la parentesi di Ancelotti e l’addio di Gattuso, che sin dal principio non sembravano destinate ad essere durature, De Laurentiis ha puntato tutto su Luciano Spalletti. Negli ultimi anni il tecnico toscano è stato abile nel condurre prima la Roma e poi l’Inter in Champions League. L’obiettivo minimo del Napoli è proprio quello. Poco importa se sulla fascia sinistra non siano apparse valide alternative a Mario Rui e al rientrante Ghoulam: il gruppo c’è e il mister ha capito da subito chi sarebbero stati i suoi senatori. Koulibaly si è ripreso dopo un paio di stagioni opache, Fabian Ruiz non è più oggetto di critiche e Anguissa ha stupito subito tutti a centrocampo, mentre Victor Osimhen sta semplicemente confermando in avanti quelle qualità che l’anno scorso non ha potuto dimostrare a lungo tra infortuni e stop vari. Senza Callejon, inoltre, Insigne non è più chiamato al cambio di gioco repentino e nel 4-3-3 può tranquillamente concentrarsi sulla zona d’attacco.

Quello del 24 ottobre sarà quindi un vero un big match tra Roma e Napoli, perché a scontrarsi saranno anche due allenatori che non lasciano mai la tattica al caso. I giallorossi hanno perso finora 2 partite contro Verona e Lazio, avversarie di tutto rispetto, che però non hanno brillato nel complesso. Gli azzurri, invece, ad oggi sono imbattuti. Se non terminerà in pareggio, la classifica potrebbe cambiare drasticamente.

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