‘’Ci sono eccellenze e professionalità da salvaguardare. Non è pensabile sospendere l’attività della clinica. Tutti facciano la propria parte’’. Arriva forte chiara la presa di posizione di Stefano Caldoro sullo stop alla Malzoni ordinato dal comune di Avellino su richiesta dell’Asl. Il motivo sta nel mancato adeguamento dell’edificio alle nuove normative. In un vertice tenuto in prefettura tra azienda, comune, Asl una soluzione è stata trovata. Al tavolo il gruppo Malzoni ha presentato un progetto per riqualificare la struttura come stabilito dalle delibere regionali in materia. Il sindaco Foti ha puntato il dito contro la burocrazia del nostro paese. Nella clinica non sono mai stati riscontrati problemi igienico-sanitari. La sospensione è causata dalla carenza di alcuni requisiti strutturali e da questioni amministrative relative all’accreditamento. Ma ora ci sono le condizioni per portare atermine una situazione che si trascina da troppi anni. Foti ha assicurato il massimo impegno del Comune per trasmettere le pratiche all’Asl che procederà rapidamente all’istruttoria. Solo dopo il Comune potrà concedere la concessione edilizia e l’Asl ripristinare l’accreditamento delle risorse bloccate dal 31 dicembre. La stessa Asl ha accolto la richiesta della clinica di concedere una deroga alla dimissione dei pazienti almeno per quanto riguarda coloro che sono in pericolo di vita. Nel frattempo si attende la pronuncia del Tar sul ricorso presentato dalla Malzoni che chiede la sospensione del provvedimento emesso dal comune. Ciò potrebbe dare il tempo di fare i lavori senza fermare le attività della clinica. Rispetto al vertice in prefettura c’è da sottolineare l’amarezza dei sindacati per non essere stati accettati al tavolo. I rappresentati dei lavoratori sono infatti stati ricevuti dal Prefetto Sessa in separata sede. Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sono comunque dette soddisfatto per l’accordo trovato.