La proposta di Ordine del giorno
inviata a tutti gli Onorevoli campani e portata oggi a Roma da Resistenza
Operaia. Di seguito, il testo integrale.
“Premesso che:
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l’8 luglio 2011 la IRISBUS SPA, del gruppo Fiat Industrial, comunicava ai
lavoratori dello stabilimento di Valle Ufita Flumeri (AV) la cessione del ramo
d’azienda costituito dal suddetto stabilimento, alla Itala SPA dell’imprenditore
Massimo Di Risio, tristemente noto anche per le vicende di Termini Imerese
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tale cessione avveniva con l’aggiunta da parte di Irisbus ad Itala anche di 20
milioni di euro ed era motivata dalla Irisbus per la contrazione della
domanda, dato che lo
stabilimento di Flumeri produceva autobus per il trasporto pubblico locale del
Paese e che tale settore da diversi anni e dai vari Governi era tralasciato
senza nessuna previsione di nuovi investimenti.
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il passaggio alla Itala spa fu respinto dai lavoratori perché avrebbe
comportato la perdita, nel mortificato Sud Italia, di un’attività necessaria ed
indispensabile per l’intero Paese. Infatti la cessione a Di Risio prevedeva un
cambio di produzione con un consistente ridimensionamento delle unità
lavorative (150 lavoratori circa su 700) e il conseguente smantellamento di un
vasto indotto ( circa altri 1000 lavoratori e decine di piccole imprese) in una
provincia, quella di Avellino in cui su 450000 abitanti si registrano già 80000
disoccupati.
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da subito è stato chiaro ai lavoratori ed ai cittadini, di quella terra e non
solo, che non era possibile consentire lo smantellamento di una attività tanto strategica per l’intero Paese visto che lo stabilimento Irisbus è
l’unico in Italia a produrre bus ed il nostro parco autobus è fuori norma ,
vecchio e pericoloso quasi per l’80%, come risulta da studi effettuati dalle
Regioni, dall’ANAV e dalle aziende di settore.
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con lo smantellamento di tale Stabilimento quindi saremo costretti a rinnovare
il nostro parco autobus comprando dagli stabilimenti Irisbus di Francia o della
Repubblica Ceca, che sono gli unici stabilimenti che Fiat Industrial ha
lasciato in produzione in Europa.
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Irisbus continua a partecipare in Italia alle gare d’appalto per il trasporto
pubblico su gomma e, dove partecipa, spesso si aggiudica anche la gara, o
talvolta provvede a fornire alle regioni autobus per il settore pubblico anche
con contratti in leasing.
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dal 1 gennaio 2012 si è aperta per tutti i lavoratori (700) la cassa
integrazione per chiusura dell’attività, con scadenza ad ottobre 2012. In
questo anno quasi impossibile è stata la ricollocazione dei lavoratori in altri
stabilimenti, sia per il progetto messo in atto da Fiat di smantellamento delle
produzioni Italiane (vedi Pomigliano- Termini Imerese- Cassino-Mirafiori-FMA),
sia per il cambio di regole in corso d’opera effettuato dal Ministro Fornero in
materia pensionistica.
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da luglio 2011 oltre a Di Risio ci sono stati tanti finti interessamenti mai
concretizzatesi e gestiti sempre e solo da Fiat.
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numerosi tavoli Ministeriali sia del Governo Berlusconi, sia del Governo Monti
non hanno portato soluzioni per lo stabilimento di Valle Ufita e quindi
risoluzioni per il trasporto pubblico locale necessario all’intero Paese.
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il 16 gennaio 2011 il sottosegretario De Vincenti dichiarava in sede
Ministeriale per nome e per conto del Ministro Passera alle organizzazioni
sindacali e a Fiat che quello di Valle Ufita era ed è un polo necessario e
indispensabile per l’Italia intera, sia per il tipo di prodotto unico, sia per
essere inserito in un contesto Meridionale difficile che ha necessità di
essere attenzionato e spinto verso la crescita.
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il Ministro Passera nella recente seduta di venerdì 6 luglio 2012 con le
commissioni riunite VI e X rispondeva alle interrogazioni sul caso Irisbus:
“…l’incentivazione su questi settori è in taluni casi più collegabile alla
domanda pubblica che non agli incentivi in senso tradizionale…”
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la Irisbus di Valle Ufita non può essere trattata come una qualsiasi proprietà
privata sia per il tipo di produzione destinata quasi esclusivamente al
pubblico, sia per i lauti finanziamenti statali ricevuti dal 1974 ad oggi per
quello stabilimento, sia, non in ultimo per importanza, per il valore
sociale e collettivo che quella fabbrica rappresenta (art. 43 della
Costituzione Italiana)
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la chiusura dello stabilimento di Flumeri esaspera forti tensioni sociali
dall’esito imprevedibile ed ingestibile in una terra, quella Campana, già
particolarmente depressa.
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le altre nazioni in Europa, pur rispettando le norme Europee in materia di
appalti, provvedono ( secondo la regola della compensazione) ad
approvvigionarsi per i mezzi di trasporto pubblico da aziende ubicate sui loro
stessi territori Nazionali (vedi Francia e Germania).
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in Italia invece, se dismette Irisbus da Valle Ufita, paradossalmente saremo
costretti a sostituire i 20.000 autobus, che circolano nelle fuori norma nelle
nostre città, con mezzi provenienti solo da Francia, Repubblica Ceca ed altro.
Si chiede:
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di istituire un tavolo immediato presso la Presidenza del Consiglio per
risolvere la questione Irisbus che, per i motivi già elencati, è una questione
nazionale.
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di stigmatizzare il comportamento poco affidabile di Fiat (vedi impegni
assunti dal gruppo per bocca di Marchionne il 13 febbraio 2011 sul progetto
“Fabbrica Italia” mai realizzato).
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di rendere chiare e definitive quali sono le reali intenzioni e quindi le
eventuali iniziative che questo Esecutivo intende mettere in campo per evitare
la chiusura dello stabilimento Irisbus di Flumeri e garantirne la continuità
della produzione di autobus e i posti di lavoro.
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