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Legambiente Campania, la mappa del rischio sismico: solo la prevenzione ci può salvare

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Legambiente Campania ha reso noti i dati contenuti in uno studio del Consiglio Nazionale Geologi sul rischio sismico in Campania prodotto sulla base dei dati Istat e della Protezione Civile. A rischio sismico circa 2 milioni di abitazioni, cinque milioni di abitanti, più di 4000 edifici scolastici e 259 gli edifici ospedalieri - pari all'88% del totale -. Negli ultimi giorni sono state registrate in Campania, circa cinque scosse , precisamente tra il Sannio e l’Irpinia. I movimenti della terra sono stati per fortuna impercettibili. Legambiente e i Geologi non vogliono creare allarmismi ma non possono nemmeno rassicurare. I terremoti sono imprevedibili perciò si può puntare solo a fare prevenzione, costruendo strutture sicure. “ La zona Sannio Matese è tra le più controllate e monitorate d’Italia. Siamo sempre all’erta sull’Appennino Centro Meridionale, perché sappiamo che in quella zona si possono verificare grossi eventi sismici” – spiega Francesco Mele sismologo e funzionario dell’Istituto nazionale di Fisica e Vulcanologia di Roma. Tra le province in cui il rischio sismico è altrettanto elevato emerge quella di Napoli dove risiedono 2.800.000 abitanti corrispondenti a 989mila famiglie. “Come Legambiente, nei mesi scorsi, - spiega Buonomo presidente di Legambiente - abbiamo sottoscritto un intesa con l'Ordine dei Geologi della Campania per promuovere in sinergia l'attuazione di attività ed interventi necessari a salvaguardare l'incolumità dei cittadini campani che vivono in aree ad alta criticità idrogeologica e sismica nonché la definizione delle più efficaci strategie di contrasto della problematica, attraverso la realizzazione di attività di informazione, formazione, sensibilizzazione, supporto, accompagnamento, da svolgersi in favore degli enti locali, dei gruppi di protezione civile, dei cittadini”. Legambiente Campania ha inoltre promosso nei giorni scorsi una rete di gemellaggi per aiutare i comuni dell'Emilia colpiti dal terremoto. «L'idea - conclude Buonomo - è di chiedere ai sindaci delle amministrazioni emiliane di dire ciò di cui hanno bisogno e parallelamente domandare ai comuni della nostra regione cosa sono disposti ad offrire per aiutare le comunità terremotate. Ciò permetterebbe di incrociare bisogni mirati con offerte certe attraverso un meccanismo semplice di gemellaggio». La proposta che è stata già accolta da molte piccole amministrazioni, come quella di Frigento (Av), Pollica (Sa), Buccino (Sa), San Marco dei Cavoti (Bn) che si stanno attivando per offrire aiuti concreti.

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