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Sanità, Boccalone: "Piano ambizioso ma difficile da realizzare"

“Nessuno vuole difendere nessuno. La denuncia di rappresentanti istituzionali locali di una grave situazione sanitaria in città, per mancanza della guardia medica, interminabili liste d’attesa e pronto soccorso intasato, induce, così, l’Associazione a fare chiarezza in ordine agli obblighi e alle regole che fissano ruoli, funzioni e responsabilità nel rapporto tra i cittadini che contribuiscono con imposte e tasse (tutte tendenzialmente al limite massimo) e le Istituzioni chiamate ad erogare servizi”.
Nel dibattito sulla situazione sanitaria nel Sannio si inserisce pure l’Associazione per i diritti del malato, con un intervento del referente provinciale Nicola Boccalone, peraltro ex direttore generale del San Pio ed ex vicesindaco della città.

A riportare le sue parole il quotidiano "Il Sannio" nell'edizione di venerdì 25 luglio.

"La situazione campana presenta caratteristiche specifiche che meritano particolare attenzione. I cittadini/contribuenti campani, dalla dichiarazione di commissariamento della sanità nel 2009 in avanti, sono gravati da un’addizionale IRPEF regionale applicata al massimo livello, come l’IRAP mantenuta ai massimi parametri.
Un regime fiscale complessivo che riflette ancora le condizioni di criticità finanziaria del passato, come se il sistema sanitario regionale vertesse ancora in una situazione di dissesto. La critica incentrata, poi, sulla mancata realizzazione di una Casa di Comunità, induce ad alcune particolari e necessarie evidenze. È noto ai più che la programmazione dell’intero sistema sanitario sia di esclusiva competenza delle Regioni, e non già dei Comuni. Su di essa, Regione, ricadono la responsabilità per l’inefficace o carente programmazione sanitaria, nonché la insufficiente realizzazione e gestione delegata alle Aziende locali (ASL e AA.OO) presenti nei vari ambiti territoriali.
Con la sottoscrizione del Contratto Istituzionale di Sviluppo nel maggio 2022, la Regione Campania ha presentato un piano per la “Nuova sanità territoriale” che, con fondi PNRR, ha finanziato un programma non poco ambizioso di interventi. Quanto alla Provincia di Benevento, rimangono ancora oscure ed ignote le ragioni per una programmazione così sovrabbondante che possano escludere l’esistenza di mere volontà realizzative, soprattutto in mancanza della indefettibile sostenibilità economica sul piano gestionale.
Chiariamo l’essenza di queste strutture. Le Case della Comunità (una ogni 40-50mila abitanti) dovranno operare sotto la direzione dei distretti, sono nodi centrali della rete dei servizi territoriali sanitari e socio-sanitari. È previsto che in esse lavorino in modo integrato e multidisciplinare equipe di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, infermieri, assistenti sociali e altri professionisti.
L’Ospedale di Comunità (uno ogni 100.000 abitanti) deve essere dotato di 20 posti letto. Standard di personale per un Ospedale di Comunità dotato di 20 posti letto sono: 7-9 infermieri (di cui 1 Coordinatore infermieristico), 4-6 Operatori Sociosanitari, 1-2 unità di altro personale sanitario con funzioni riabilitative e un Medico per 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.
L’assistenza infermieristica è garantita nelle 24 ore 7 giorni su 7. L’assistenza medica è assicurata dai medici incaricati; nel turno diurno (8-20) deve essere garantita per 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7 mentre nel turno notturno (20-8) e diurno festivo e prefestivo in forma di pronta disponibilità, anche organizzata per più strutture dello stesso territorio, con tempi di intervento conformi a quanto previsto dalle norme vigenti in materia.
La lettura specialistica da parte di Agenzie restituisce l’immagine di un sistema sanitario che, sul piano realizzativo, spinge a più di una riflessione. Dal monitoraggio Agenas, relativo al secondo semestre 2024 è così eloquente che non necessita di commenti.
La denuncia, che per i profili istituzionali si presenta come una sorta di autodenuncia, in sé è tanto grave quanto giusta, purtroppo! Di fronte a questo scenario, nessuno può sentirsi immune da critiche e, con le dovute proporzioni, da responsabilità dirette per la programmazione e gestione del sistema regionale sanitario.
Dispiace, però, sottolineare come ogniqualvolta sia stata registrata la presenza dell’uomo dei miracoli in città, la stessa sia stata accolta non con la meritata sonorità di Edoardiana memoria, bensì con genuflessioni ed applausometro fino al massimo possibile. La sanità non merita di essere negoziata né barattata, bensì sapientemente governata come si dimostra essere possibile in altri e diversi territori”.

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