Non dissesto ma predissesto, la triade commissariale ha deciso. La situazione dei conti è grave, ma non abbastanza da dichiarare il fallimento. Dunque, via libera al piano di rientro, che durerà probabilmente meno della metà dei quindici anni concessi dalla legge. Un pugno di anni, dunque, per mettere al sicuro le casse, partendo innanzitutto dal recupero dell'evasione fiscale e da un ritocco al rialzo delle tariffe. Una stangata per gli avellinesi, come d'altra parte era nell'aria. Rispetto al dissesto cambia che sarà il comune a gestire il piano, avendo più libertà di manovra, come ad esempio la capacità di contrarre mutui, altrimenti preclusa. Attualmente il disavanzo ammonta a circa 21 milioni di euro, meno dei 37 ipotizzati dalla giunta Ciampi. 12 invece i milioni di euro di debiti fuori bilancio. Cifre importanti ma che per il commissario Priolo possono essere affrontate senza dichiarare dissesto, contando sui fondi di rotazione e sulla capacità di indebitamento dell'ente utilizzata per una percentuale inferiore al 50% di quella prevista dalla legge.