Una donna su tre ha subito violenze fisiche o sessuali nella maggioranza dei casi da parte del partner o di un familiare. È stato un anno nero per i femminicidi, con 179 donne uccise, una vittima ogni due giorni. Rispetto alle 157 delle statistiche precedenti, le donne ammazzate sono aumentate del 14%. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia, che elenca le statistiche degli omicidi volontari in cui le vittime sono donne. La Campania presenta il più alto numero di femminicidi tra le regioni italiane, seguite da Lombardia e Puglia. Il femminicidio nelle regioni del Nord si configura essenzialmente come fenomeno familiare, al Sud l’omicidio è commesso da un compagno o un marito. Ottantuno donne, il 66,4% delle vittime dei femminicidi in ambito familiare, hanno trovato la morte per mano del coniuge, del partner o dell’ex partner.
Ciò che accomuna di più tutte le donne è l’uccisione a seguito di violenza pregressa subita nell’ambito di una relazione d’intimità. Queste morti “annunciate”, vengono spesso etichettate come i soliti delitti passionali, fattacci di cronaca nera, liti di famiglia. Le donne muoiono principalmente per mano dei loro fidanzati, amanti, innamorati respinti. Insomma per mano di uomini che avrebbero dovuto rappresentare una sicurezza.
Le reti di servizi e i centri antiviolenza si prodigano con determinazione, ma altrettanta fatica, perché sono pochi in numero e hanno finanziamenti a goccia dagli enti locali e dallo Stato.
A Napoli opera il Telefono Rosa in Via Adriano n. 80. L’associazione offre aiuto a tutte le donne che subiscono violenze fisiche, psicologiche, sessuali, economiche, di mobbing e di stalking.
Il lavoro di volontariato consiste in una prima accoglienza telefonica, consulenze gratuite psicologiche e legali percorsi individuali e gruppi di auto-aiuto. Le statistiche rilevano che in Italia gli stereotipi di genere sono profondamente radicati e predeterminano i ruoli di uomini e donne nella società. La violenza non è una questione marginale. Attiene a profonde motivazioni culturali del passato e ai relativi cambiamenti introdotti dalle donne. I rapporti, stando ai dati, risultano ancora caratterizzati da modelli fondati su dominio e prevaricazione dell’uomo sulla donna.
Per combatterla è indispensabile un cambiamento culturale nel rapporto tra i sessi e le persone, senza il quale nessuna legge, neanche la più rigorosa, potrà cambiare il destino di molte vittime. Occorrono una nuova stagione delle relazioni, la presenza appropriata delle donne in tutti gli ambiti della società, la valorizzazione del ruolo e della soggettività femminile.
Maria Froncillo
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