Seguici su

Ciao, cosa stai cercando?

Canale 58Canale 58

Rubriche

''Paul McCartney è morto''. Ancora? Ora basta

La notte del 9 novembre del 1966 Paul McCartney sarebbe uscito dalla sala prove nervoso e irritato a causa di un litigio con gli altri membri della band, e, una volta salito in auto, avrebbe cominciato a correre esageratamente fino ad uscire di strada e perdere la vita, così, in un semplice e banale incidente automobilistico. Il sito della rivista Rolling Stone questa mattina fa riemergere di nuovo una delle più grandi polemiche, mai spente d'altronde, della storia del rock, una delle storie più misteriose, amate ed odiate dai fan dei Beatles di tutto il mondo.
 Ci sono esperti del settore pronti a dimostrarlo con tesi più o meno scientifiche supportate da attente analisi dedicate alla forma del viso di Paul McCartney, agli angoli della bocca (che sarebbero poi stati nascosti dal musicista con i vistosi baffi sfoggiati sulla copertina di Sgt. Pepper del '67) ed alla curvatura del cranio che non corrisponderebbero a quelli precedenti alla data della sua presunta morte. Nei peggiori dei casi, poi, le convinzioni si basano solo su indizi che i Fab Four si sono divertiti a disseminare nei testi delle canzoni e nelle copertine degli album, celebre esempio è la cover del leggendario Abbey Road che mostra i quattro musicisti intenti nell'attraversamento pedonale sulle strisce dell'omonima strada, in cui Paul è l'unico membro scalzo, ma ce ne sono tanti e tanti altri, ormai di dominio pubblico, tanto è stata grande la pubblicità che hanno ricevuto tutte quelle teorie e supposizioni riguardante la faccenda del cosidetto P.I.D, acronimo di Paul is Dead (in italiano: Paul è morto).
 
Oggi nel 2014, dopo ben 48 anni dalla nascita delle teorie che vedrebbero e vorrebbero Paul McCartney come un sosia miracolosamente dotato della stessa identica voce e capacità di songwriter, modificato e perfezionato somaticamente dalla chirurgia estetica (quasi fosse un film d'azione futuristico), la questione del P.I.D non si pone più come una leggenda così affascinante come poteva esserlo all'inizio per una moltitudine di motivazioni, tra le tante c'è quella, che pochi considerano, che Paul McCartney ha dato il meglio di sè proprio dopo il 9 novembre del 1966, con la composizione e la pubblicazione di album leggendari come Sgt. Pepper, il White Album, Abbey Road e Let it Be, con i Beatles, e una trentina di album da solista tra i quali brillano alcuni veri e propri capolavori della storia della musica leggera, tra cui gli ''ultimi'' Flaming Pie del 1999, Chaos and creation in the Backyard del 2005 e l'ultimissimo NEW del 2013, senza contare quasi una decina di album di ''musica classica'', per balletto e alcuni esperimenti di musica elettronica. 
Insomma, ormai siamo tutti stanchi di sentir parlare di questa storia ormai anacronistica, in ogni caso, ci sentiamo quasi tutti liberi di affermare che, qualora queste supposizioni siano fondate, allora la morte dell'originario bassista dei beatles è stata solo un bene, perchè il ''nuovo'' McCartney è di gran lunga più geniale e dotato del primo. D'altronde, se c'è ancora gente che sostiene che Elvis, Jim Morrison e Michael Jackson siano ancora vivi e vegeti, probabilmente questa storia non avrà mai fine. Noi, nel frattempo, ci godiamo il nostro amatissimo Paul McCartney e il suo ultimo capoalvoro NEW.
Nicola Vitale

Commenta l'articolo

Copyright © Mediainvest srl - Tutti i diritti riservati - Web Agency: Progetti Creativi
La riproduzione di tutto o parte del contenuto di questo sito è punibile ai sensi delle leggi vigenti
Privacy Policy