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Paul Stanley spara a zero sui Kiss: io ho tirato avanti la baracca

Cosa sta succedendo in casa Kiss? Tutti i loro fan sanno bene che la band americana non è mai stata celebre per la sua stabilità interna, ma ora che la lineup è consolidata con il buon Tommy Thayer alla chitarra ed Eric Singer dietro le pelli tutto sembrava andare liscio come l'olio. Ultimamente i Kiss hanno dichiarato di non aver alcuna intenzione di esibirsi con la lineup originale che comprendeva Ace Frehely alla chitarra e Peter Criss alla batteria, in occasione della loro tanto sperata premiazione per l'introduzione nella Rock and Roll Hall of Fame, mossa avanzata, secondo le dichiarazioni ufficiali, per le troppe pressioni ricevute da parte degli organizzatori, ex colleghi ed alcuni fan che premevano per una nuova reunion dei Kiss. Questa volta, però, i malintesi vengono dai uno dei due leader esclusivi della band di New York. Paul Stanley infatti ha recentemente dichiarato di essere stato l'unico a mantenere in piedi i Kiss negli anni '80, il periodo più controverso nella storia dei Kiss, costellato da tanti successi commerciali, da altrettanti flop e da innumerevoli problemi interni. Quando la band ha abbandonato il make-up che tanto l'aveva caratterizzata negli anni '70, Ace Frehely è stato sostituito da Vinnie Vincent e Peter Criss dallo scomparso Eric Carr, Gene Simmons a tutto pensava, secondo il compagno, tranne che a far funzionare le cose in casa Kiss, dedicandosi ad altri progetti, pensando addirittura di intraprendere una carriera cinematografica. Paul Stanley ha dichiarato di ''non essersi sentito'' affatto solo in quegli anni, ma di esserlo stato per davvero. L'unico rimpianto? L'aver dovuto dividere le royalites con il collega, di fatto per niente impegnato a cercar di far funzionare le cose. Spara a zero anche sull'ex compagno Ace Frehely, storico chitarrista solista della band, accusato dal cantante di aver sprecato il suo talento con l'uso intensivo di alcool e droga, smettendo di esercitarsi sulla chitarra come si deve, incolpandolo di aver distrutto la magia iniziale che c'era quando la band cominciava a muovere i primi passi nel music business. Insomma, alcune rockstar anche a sessant'anni suonati non trovano pace e riescono a trovare il modo per far parlare ancora di sè, nel bene o nel male.
Nicola Vitale

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