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Fine dei giochi per gli azzurri: tricolore ammainato. Delusione sul Tricolle/VIDEO

L’Italia eliminata dai mondiali. Duro verdetto ieri nella gara contro l’Uruguay. La nazionale di Prandelli torna a casa mestamente dopo aver disputato una brutta partita, basata sulla difesa del pareggio. Delusione tra i tanti tifosi arianesi ed irpini in genere. Soffocata la voglia di caroselli che si è limita tata alla sola vittoria contro l’Inghilterra. Nel girone degli azzurri passano Uruguay e Costa Rica. Fuori le due europee.

Bandiere ammainate e fine dei giochi. Per l’Italia e i suoi tifosi i mondiali in Brasile durano poco, il tempo di assaporare una vittoria contro l’Inghilterra, con la conseguente illusione di poter fare bene in questa competizione. Ed invece la squadra allenata da Prandelli torna a casa dopo avere giocato l’ultima inguardabile partita contro l’Uruguay. Delusione e rabbia tra i tanti tifosi che anche ieri si erano dati appuntamento per le strade di Ariano, colorate di bianco rosso e verde, di azzurro, chiassose e festose. Poi l’inizio della gara, con gli assembramenti ormai soliti nei luoghi di ritrovo più importanti per i tifosi di calcio. Dalla piazza Plebiscito, alle adiacenze del complesso Giorgione, fino ai locali sparsi nelle due grandi periferie del Tricolle, centinaia di persone si erano radunate nella speranza di riuscire a festeggiare il passaggio del turno. D’altronde, si dicevano tutti, basta un pareggio. Ma tutti intuivano che proprio quella frase, quel “basta solo un pareggio”, sarebbe stata la trappola mortale della nazionale. Troppo arrendevole, poco propositiva la squadra, incapace di affondare il colpo in una difesa che pure aveva mostrato di avere difficoltà se aggredita adeguatamente. La tifoseria arianese era consapevole di questo e si mostrava delusa quando alla fine del primo tempo il risultato, pur essendo favorevole agli azzurri in chiave passaggio del turno, non sorrideva sotto il profilo del vantaggio. Nella ripresa Balotelli restava fuori e i tifosi si spaccavano tra favorevoli alla scelta e contrari. A fare il resto ci pensavano poi l’arbitro e Prandelli. Il primo che espelleva Marchisio tra l’incredulità e la rabbia di tutti i sostenitori azzurri. Il secondo che chiamava fuori dalla mischia anche l’unica punta rimasta in campo, Immobile. La tattica rinunciataria dell’Italia culminava con il vantaggio della celeste, a dieci minuti dalla fine, con l’Italia che a qual punto non aveva più nessun colpo in canna. Al triplice fischio finale la delusione sui volti di chi aveva creduto nell’impresa era evidente. Qualche lacrima spuntava sul volto dei più giovani, che avevano sognato di poter vivere qualche emozione in più, in una estate che invece resta avara di sogni e gol. L’Italia delude come quattro anni fa. Cambiano i protagonisti ma non i risultati. Prandelli ed Abete si dimettono e la rifondazione è al via. Anche sul punto il Tricolle sembra essere stato compatto e favorevole alle dimissioni. Le scale che fiancheggiano il complesso Giorgione ritornano vuote, i maxi schermi che sono stati allestiti in giro per Ariano proietteranno solo le gesta delle altre nazionali. 

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