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Gara rocambolesca, Avellino fermato dal Brescia

Secondo pareggio consecutivo per l’Avellino, che dopo l’uno a uno di Livorno, viene fermato in casa dal Brescia. Tre a tre il risultato di una gara rocambolesca, che l’Avellino non ha saputo chiudere nel momento propizio, ma che ha anche rischiato di perdere. 

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A questo punto sembra anche superfluo, quasi, analizzare i mali dell’Avellino. Perché se una squadra che riesce a segnare tre gol in casa ne subisce poi altrettanti, allora il problema è proprio nella fase difensiva. Non tanto nel reparto in sé e per sé, ma proprio nell’attitudine di tutta la squadra a difendersi. Contro il Brescia è finita con un rocambolesco quanto spettacolare pareggio. Tante reti, tante emozioni, tanti capovolgimenti di fronte. Al vantaggio dell’Avellino conquistato immediatamente grazie al gol al terzo minuto di Arini, rispondeva il Brescia sul finire del primo tempo con la rete di Geijo. Nel secondo tempo la scoppiettante sequenza dei gol. Insigne, che era stato in dubbio prima della gara, non solo giocava tra i titolari, ma confezionava anche il gol del nuovo vantaggio irpino. Ma l’Avellino, una volta in vantaggio, anziché gestire il risultato e la partita, consegnava praticamente la partita nelle mani della squadra di Boscaglia, che si infilava nella retroguardia irpina in ogni modo possibile. In quattro minuti, tra il 9’ ed il 13’, l’Avellino capitolava due volte. Dal piede di Kupitz la doppietta che non ti aspetti. Solito film già visto, con la difesa immobile e una squadra che in fase difensiva davvero non gira. A limitare i danni il gol di Bastien, quando ancora m,anca un’eternità alla fine della partita. Ma l’Avellino non passa più. Nel complesso, come detto, un Avellino discreto dalla cintola in su. Completamente da rivedere la fase difensiva. Errori individuali, anche piuttosto evidenti, tendono a sovrapporsi ad una sorta di confusione generale della squadra, anche tatticamente abbastanza in bambola. I moduli che Tesser sta provando non sembrano essere la parte importante di questa crisi. Il problema è altro e risiede probabilmente in un problema di amalgama. E se Tesser continua a difendere, come è giusto che si, il suo lavoro e i suoi giocatori, si ha la netta sensazione che il tempo a sua disposizione vada sempre più assottigliandosi. Sei punti in sette giornate sono una perfetta media retrocessione. E se è pur vero che di certo non si può credere che sia questo il vero Avellino, c’è da dire che i lupi devono fare in fretta a mostrare il loro vero volto, altrimenti si rischia davvero di rendere fallimentare una stagione che era iniziata con i migliori auspici e con l’assegnazione alla squadra biancoverde del ruolo di possibile protagonista. 

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