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Napoli, confronto tra 2023 e 2022: così è cambiato l’11 di Spalletti

Il Napoli di Luciano Spalletti lotta apertamente per lo scudetto. Nonostante la sconfitta contro l’Inter a inizio 2023 (il primo ko per gli azzurri in questo campionato), la compagine partenopea continua a godere del favore dei pronostici tra le scommesse sugli incontri della Serie A. Rispetto a un anno fa, d’altronde, i mezzi tecnici a disposizione sono notevolmente aumentati. La rosa partenopea non può non incutere timore alle più grandi big del calcio italiano, che comunque non si sono ancora date per vinte. Il Milan sogna il bis dopo il successo del 2022, così come Inter e Juventus vorrebbero scrollarsi di dosso qualche critica di troppo subita negli ultimi tempi.

La trasformazione del Napoli appare evidente già nella scelta del modulo. Il 4-2-3-1 è stato progressivamente abbandonato per un più stabile 4-3-3. La principale differenza risiede oggi nell’assenza di Fabian Ruiz, un elemento spesso discontinuo, che raramente ha fatto le fortune del Napoli. In estate il club ha confermato Zambo Anguissa, un centrocampista che non manca di far sentire i suoi muscoli in mezzo al terreno di gioco. Spalletti non si fa troppi problemi ad affiancarlo ad un rigenerato Stanislav Lobotka, che sta vivendo indubbiamente la sua migliore stagione all’ombra del Vesuvio. Piotr Zielinski viene impiegato ormai come jolly, in quanto può posizionarsi come mezzala, come trequartista o direttamente come ala.

I pali azzurri continuano ad essere protetti da Alex Meret, che si sta concedendo meno strafalcioni rispetto a qualche tempo fa. Dopo il trasferimento di Kalidou Koulibaly al Chelsea sembrava che la difesa avesse perso ogni punto di riferimento, ma ha fatto ben presto a trovarne uno nuovo in Kim, che ha superato ogni aspettativa formando una solida coppia di centrali con Amir Rrahmani. Sulle fasce, invece, continuano ad agire i soliti Di Lorenzo e Mario Rui, sebbene quest’ultimo abbia trovato in Olivera un degno sostituto in grado di farlo rifiatare di tanto in tanto.

Il reparto che più di tutti ha conosciuto migliorie è però quello offensivo. Lorenzo Insigne è stato a lungo capitano del Napoli, ma è pur vero che gli screzi con la tifoseria non sono mai mancati. Come se non bastasse, il rendimento dell’ex numero 24 è stato spesso discontinuo. Khvicha Kvaratskhelia ha impiegato pochissime partite per far cancellare ai napoletani il ricordo di Insigne, tra gol, assist e dribbling mirabolanti, che l’hanno subito portato ad essere una delle rivelazioni di questa Serie A. Non è un caso se oggi il georgiano si è guadagnato persino il nomignolo di “Kvaradona”. Giacomo Raspadori può agire sia in vece del georgiano sia come prima punta, ma il ruolo di centravanti è appannaggio di Giovanni Simeone e Victor Osimhen.

Già, Osimhen. Solo di recente l’attaccante nigeriano sta trovando la giusta continuità, ma rimane lui il bomber indiscusso del Napoli. Il talento è sempre stato evidente, ma il ragazzo è stato spesso frenato da infortuni piuttosto antipatici, che tuttavia non ne hanno mai spento la vena realizzativa. Per questo motivo, lo score di Osimhen in azzurro è di tutto rispetto, con una media di almeno un gol ogni 2 presenze. Insomma, nonostante le tante partenze di quest’estate, il Napoli è riuscito a ricompattarsi in tempi rapidi facendo ambientare facilmente i nuovi innesti e plasmando a dovere il materiale già a disposizione.

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